Il diritto societario spagnolo ci fornisce un esempio di come si possa da un lato garantire lo sviluppo attraverso forme societarie snelle, e nello stesso tempo dotate di caratteristiche che ne garantiscono sia “l’affidabilità” nei confronti dei terzi che il controllo dello Stato sulla loro composizione effettiva.
Innanzitutto un decreto legge, già del 2010, per favorire lo sviluppo ha previsto la creazione di società via telematica, con risparmio anche di tempo nelle operazioni burocratiche e costi.
Inoltre, la normativa vigente che regola le società a responsabilità limitata in Spagna, per esempio, che è sempre persona giuridica, sono tali da consentire maggiori possibilità di organizzazione interna tra i componenti.
Sono previsti, infatti, poteri di rappresentanza regolamentati in modo stringente; è prevista la certificazione notarile con cui si rende certo l’apporto di denaro (sia all’atto della costituzione sia dell’aumento di capitale); è previsto il diritto di prelazione dei soci, in caso di cessione di quote di altri soci che determina la impossibilità di trasferire automaticamente le dette quote a terzi non in compagine; è prevista la possibilità di emettere obbligazioni, ma non di prestiti su base obbligazionaria, sono solo alcuni esempi per dimostrare quanto un paese europeo sia attento e concreto nella formazione di regole di garanzia che siano dotate, come lo sono in Spagna, dotate di particolare duttilità e semplicità burocratica da consentire che anche giovani intraprendenti e volenterosi possano inserirsi nel mondo del lavoro autonomo.
E’ già da qualche tempo che i media nazionali forniscono un resoconto di attività imprenditoriali giovanili, spesso legate al settore turistico, ristorativo, che sono state intraprese da italiani che – una volta resisi conto della diversa realtà spagnola – si sono ivi trasferiti e oggi manifestano soddisfazione per la loro (coraggiosa) scelta che li ha dotati di una “qualità” di vita migliore.
Edgardo Gallo – avvocato