Chi ci conosce sa che cerchiamo in ogni modo di osservare nei nostri scritti la massima obiettività, indipendentemente dai rapporti di amicizia dei soggetti di cui parliamo.
Renata Polverini si è dimessa dalla presidenza della Giunta della Regione Lazio, per le ragioni che ormai tutto il mondo conosce e che rappresenterebbe la fine di una seconda repubblica mai nata.
La corruzione c’era e c’è, ha cambiato solo aspetto e sistema, coperta da Leggi approvate con voto unanime perchè quando si tratta del magna magna è difficile che qualcuno dissenta, e in questa unanimità probabilmente si sarà ritrovata anche la stessa Presidente.
Lo scandalo ha avuto origine a quanto pare a causa di una faida interna in casa PDL che avrebbe scoperchiato la pentola piena di appropriazioni, truffe, feste e festicine, laute cene, conti in banca in Italia e all’estero; il tutto alla faccia della povera gente costretta a pagare per le porcherie di una classe politica che andrebbe cacciata a calci nel culo.
Renata Polverini forse sapeva tutto questo e non lo ha mai denunciato; lo ha affermato lei quando nel corso delle dichiarazioni esternate nell’atto della presentazione delle dimissioni ha dichiarato che ora parlerà! E lo ha fatto in modo da lasciare intendere che la storia della corruzione in regione non finisce li.
In tutta questa vicenda poi quello che ha lasciato un po’ tutti sgomenti è stata la tracotanza e l’arroganza di quello che è ritenuto il maggiore responsabile, Franco Fiorito che continua a sostenere che tutto si sarebbe svolto nel rispetto delle disposizioni regionali e che tutti sapevano.
La regione Lazio senza pace; prima la vicenda dello scandalo Marrazzo concluse con le dimissioni anticipate dello stesso, poi la vicenda Storace ed oggi questo scandalo venuto alla luce in un momento di grave crisi economica del nostro Paese per il quale sono stati chiesti enormi sacrifici agli italiani mentre la gestione allegra dei rimborsi politici alla Regione Lazio consentivano a pochi ladroni di sperperare soldi pubblici.
Basta con i finanziamenti e rimborsi ai partiti, se vogliono cimentarsi nelle campagne elettorali lo facciano a spese loro e non a quelle dei tartassati cittadini italiani.
Lucio Marengo