In ospedale ci si va per curarsi. Sembrerebbe una catalanata ma per il Di Venere non vale, anzi se stai bene puoi rischiare di farti male. E’ notizia risalente a sabato. La dottoressa Antonella Pece in servizio presso lo stesso nosocomio è stata vittima di una rovinosa caduta che le ha procurato ferite ed abrasioni al volto, agli arti superiori ed inferiori ed una sospetta incrinatura della scapola destra. Stamani nello stesso punto è caduta una donna fratturandosi una caviglia. Trattasi un marciapiede appena realizzato dove in quel punto ha ceduto il basolato. Trattasi di un percorso obbligato per la presenza di numerosi cantieri aperti, mai completati per motivi non noti ma immaginabili. Facciamo ipotesi: adeguamento prezzi? disinteresse dell’impresa? mancati controlli della direzione lavori? Si hanno notizie che i danneggiati ricorreranno per ottenere il risarcimento che pagherà Pantalone. L’ingegnere responsabile, la direzione sanitaria o generale non rispondono, figuriamoci se questi “datori di lavoro” ci rimetteranno di tasca propria. Naturalmente sul quel marciapiede hanno messo una barriera in plastica sulla buca. Al Comune di Bari usano ripararlo per nascondere il misfatto e lo fanno in fretta, al Di Venere sono così “onesti” che le buche le lasciano, tanto dal direttore generale in giù son intoccabili. E Vendola si gongola affermando che la sanità pugliese è ai vertici in Italia.
Leonardo Damiani