Pierre Piccinin, lo studioso belga rapito insieme a Domenico Quirico cinque mesi fa in Siria, ha dichiarato: “E’ un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco”. Lo studioso avrebbe ascoltato una conversazione tra ribelli insieme al giornalista de La Stampa. I due sbarcati oggi a Ciampino sono in buone condizioni, ma molto provati dalla lunga ed estenuante prigionia. Ad accogliere l’aereo è stata il Ministro per gli Affari Esteri Emma Bonino.
Domenico Quirico e Pierre Piccinin avrebbero tentato la fuga due volte durante la prigionia in Siria, ma entrambe le volte sarebbero stati ripresi e puniti “in maniera molto pesate”. Durante tutta la prigionia i due ostaggi avrebbero subito violenze fisiche molto dure: torture, umiliazioni vessazioni e persino due false esecuzioni.
Il giornalista italiano ha ammesso di aver avuto molta paura e di aver vissuto per cinque mesi “come su Marte”. “Ho cercato di raccontare la rivoluzione siriana – ha dichiarato Quirico – ma può essere che questa rivoluzione mi abbia tradito. Non è più la rivoluzione laica di Aleppo, è diventata un’altra cosa”,
Ora che è tutto finito Quirico e Piccinin, dopo gli interrogatori di rito, potranno riassaporare l’abbraccio delle rispettive famiglie.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it