La Corte di Cassazione ha decretato la parola fine ad una vicenda giudiziaria che è durata venti anni ed ha causato danni ingenti prima di tutto alla ottima sanità convenzionata, poi ha distrutto una famiglia, ed ha gettato sul lastrico migliaia di dipendenti tra medici ,paramedici e tanti altri dipendenti. Il calvario di Francesco Cavallari sembra finire qui, ma un’altra storia sta per iniziare ed è quella del pagamento dei danni e rimborso per un ammontare di circa trecento cinquanta milioni di euro, ossia settecento miliardi di un tempo. A pagare i soliti fessi, cioè noi. Qualcosa però su questa vicenda vogliamo dirla perchè tutta la storia che per certi versi conosciamo, ha avuto il sapore di un’azione mirata a distruggere un uomo, cioè una vendetta orchestrata con scientifica crudeltà. Cavallari doveva probabilmente pagare per invidia altrui, o perchè forse non aveva oliato a dovere certi ingranaggi, attraverso un’azione giudiziaria che lo vide carcerato a Pisa e poi assolto da alcune accuse che lo convinsero, terrorizzato, ad andarsene a vivere a S.Domingo senza però rinunciare alla ricerca delle sue verità che dopo venti lunghi anni gli hanno reso giustizia vera nella quale il re delle case di cura riunite ha sempre creduto. Non è la prima volta che parliamo di Francesco Cavallari vittima di accuse ignobili e per l’affetto che mi ha sempre legato a lui dall’infanzia posso dire con grande soddisfazione e grande gioia, che la sentenza definitiva della Cassazione ha riabilitato la sfiducia che l’opinione pubblica ha nella giustizia italiana; loAbbiamo sentito in una intervista televisiva, ed abbiamo tanti motivi per ben sperare in un suo ritorno nella sua città, a Bari, i cui abitanti tranne poche unità,gli hanno sempre voluto bene, e sperano nella realizzazione di un suo grande sogno, quello di realizzare un polo oncologico europeo intitolato alla sua amatissima madre, Lucia.
Lucio Marengo