MONDO – “Iniziò una nuova tappa della mia opera, che ebbe origine dalla musica e dalla natura. È più o meno in quel momento che la guerra scoppiò. Io sentivo un profondo desiderio di evasione. Mi chiusi in me stesso di proposito. La notte, la musica e le stelle cominciarono a giocare un ruolo maggiore nella suggestione dei miei quadri” , così il pittore e scultore surrealista spagnolo, Joan Miró, diede inizio alla nuova fase della sua arte forgiata dall’esperienza della guerra.
Molti furono gli artisti toccati dal Grande Conflitto mondiale che interessò la prima metà del ‘900 e che rivoluzionò l’idea di arte, spesso in controtendenza con la violenza.
Il portoghese Mirò visse da vicino la guerra civile spagnola del 1936 che lo vide costretto a spostarsi più volte dalla Spagna alla Francia(anch’essa coinvolta nell’invasione nazista), fino a stabilirsi a Maiorca.
Proprio nella tranquilla isola spagnola, inaugurò la fase più trascendente e utopistica della sua produzione, dedicata alle Costellazioni.
Realizzò 23 tempere affini ai colori cangianti del cielo, l’unico mondo in cui si sentisse libero.
Di seguito, è riportata una breve descrizione dell’opera in foto.
–L’artista prima ritaglia dei suoi disegni vecchi, creando pezzi di animali, stelle… e poi li sistema su uno sfondo colorato, ottenuto anche sfregando semplicemente i pennelli sulla tela, per pulirli dai colori utilizzati nei dipinti precedenti. Ogni dipinto, così, lascia parte dei suoi colori in quello successivo, stabilendo una specie di contatto tra opere. Le forme in quest’opera sono morbide, danno l’idea di essere degli occhi, delle ciglia, sono immagini fantasiose che non hanno niente a che fare con la realtà. L’intero dipinto è pieno di linee, segni e colori e ogni elemento richiama gli altri; l’uno non è pensabile senza l’altro. Sugli incroci delle forme e delle linee c’è il colore, in tinte chiare opposte al nero. Sembra quasi che Mirò cerchi una realtà dove il canto delle stelle gli dia la speranza di una nuova vita. –
La riflessione del pittore catalano incentrata sul desiderio di speranza e nuova vita, risulta più che mai attuale nel giorno della giornata mondiale del rifugiato.
La ricerca di nuove realtà e nuovi orizzonti è sempre stata una necessità dell’animo umano, lo era ieri e lo è oggi. E’ strano notare quanto i messaggi lasciatici dalla storia nel corso del tempo, abbiano scosso solo parte dell’umanità.
“E mentre marciavi con l’anima in spalle, vedesti un uomo in fondo alla valle, che aveva il tuo stesso identico umore, ma la divisa di un altro colore.”