Noi diciamo:”Mi sono svegliato alle otto”. Qualunque sia la lingua che parliamo è sempre presente un soggetto che, nello stato di veglia ma anche nei sogni, è avvertito come agente determinante l’azione o lo sviluppo e la direzione dei pensieri stessi.In realtà “qualcosa ” ci sveglia,una mutazione del nostro sistema che viene immediatamente avvertita e sentita come una realtà del nostro “io”. Da quel momento, qualunque cosa affiori alla “coscienza” è avvertita come una dinamica dello stesso io,della mia persona.Appena mi sveglio,inoltre,questo io acquista una faccia e una forma,una solidità di cui si sente padrone e signore,e la chiama “il proprio corpo”.Spesso ciò mi riporta,come associazione,al mito grec o di Narciso che,guardatosi nello specchio dell’acqua,si innamorò della sua immagine;potrei dire,con una mia interpretazione,che identificò il suo essere alla sua immagine,diventò l’io Narciso “abitante”in quel corpo,il suo corpo,la sua persona fisica.
Ma tutto questo,che accompagna la nostra vita e la trasforma in esistenza individuale dalla nascita alla morte finchè è mantenuta la veglia o la cosiddetta salute mentale,è una pura illusione,un fenomeno di superficie,la punta di un iceberg che galleggia su inimmaginabili profondità.
Non voglio parlarvi di inconscio nè penetrare nei tanto discussi meandri dell’universo mentale;voglio,da medico e fisiologo,superare il “sistema solare” dell’io-mente e addentrarmi con voi nel buco nero del cosiddetto “corpo”,per intenderci quel “sistema di più universi” in continua trasformazione per tentare di decifrare,per quanto sino a oggi è conosciuto,il complesso equilibrio tra gli universi stessi del sistema-corpo e le interazioni e interdipendenze con l’altro “sistema di universi” che noi chiamiamo “ambiente esterno”.In altre parole,ritorno a parlarvi di Cronobiologia;anche se la parola è radicata nel concetto-fenomeno di “tempo”,in realtà esamina i rapporti di esistenza e sussistenza del vivente con l’ambiente dal quale appare generato;e questo rapporto di esistenza -sussistenza viene codificato dal vivente nei suoi elementi costituenti per equilibrare il “mondo” del vivente alla sfera terrestre in cui si è manifestato,sviluppato,perpetuato.
Prima e al di là di ogni “io” e di ogni modalità di coscienza-conoscenza esiste una comunicazione tranverbale e tranpsichica tra “ambiente” vivente e “ambiente” esterno ed è una comunicazione che non produce “cultura” ma trasforma e crea,si iscrive nella vita con codici che interregolano i sistemi senza separazioni e distacchi come nella illusorietà del dualismo mente-corpo.Per dirla in termini diversi,come materia ed energia sono due espressioni della stessa realtà in dinamica evoluzione-“esistenziazione”,così mente e corpo sono due espressioni di una realtà unica che ora è vissuta come impalpabile attività psichica ora come percezione sensoriale di solidità:ma comunque sono la corrispondenza e la risonanza di due realtà inseparabili,la cui separazione è violenza profonda e principio e induzione di malattia fino alla morte.
La Biologia ci dice che “siamo”..(notate ancora una volta la nostra tendenza a dare un soggetto,un interprete-padrone della struttura!)–costituiti da miliardi di cellule,differenziate in tessuti che l’anatomia studia in organi e apparati diversi e ai quali la Fisiologia attribuisce funzioni diverse sia pure interconnesse.Noi interpretiamo le cellule come i costituenti della “nostra” vita -esistenza e ci sentiamo da esse vincolati ma separati,quasi fossero le mattonelle di una costruzione dalla quale riusciamo a evadere solo con i “nostri”pensieri.Ma questa visione-interpretazione se è utile per comunicare e per determinare un codice di trasmissione culturale in realtà ,se presa alla lettera,rischia di trasformare l’animale e l’uomo in una sorta di robot con leggi autonome,padrone dell’ambiente che può conoscere e trasformare e piegare e adattare alle sue esigenze,alle esigenze cioè di “quell’io psico-socioculturale” che pretende di stabilire ,aldilà di armonie e corrispondenze,leggi fisiche,chimiche,biologiche,matematiche e di poter,un giorno,sostituire questo mondo di precarietà e di morte con un eterno immutabile ordine in cui tutto è ormai definitivamente conosciuto,accertato,risolto.
In realtà ogni cellula è anche la storia dell’intero universo,del giorno e della notte,della luce e delle tenebre,di ogni influsso stellare e planetario(se si preferisce il linguaggio moderno l’influsso di radiazioni),del caldo,del freddo,delle acque cadenti dal cielo o di fiumi e mari,dei venti,della luna,delle maree,dell’aria,della terra e delle sue polveri,di fiamme cadute dal cielo o esplose dal ventre della terra;in ogni cellula di ogni vivente è tutta questa storia e anche la sua storia dal momento in cui comunque è venuta all’esistenza e al tempo che ha scandito i suoi ritmi,cioè si è fatto modificazione di vita e memoria di questa , per poter meglio adattarsi ed essere in armonia con questo costante ma cangiante ambiente.
C’è chi continua a ululare alla luna piena,chi a frinire e cantare ai caldi d’estate,chi a migrare ,chi a scegliere acque dove deporre uova,un’antica inenarrabile armonia che non è condizione di fissità e costrizione ma corrispondenza di esistenza,massima espressione,quasi d’amore,tra la Terra e le sue creature.Come il feto nell’utero materno nella sua individualità è perfettamente bilanciato con il “sistema “materno,ogni creatura,anche la più “evoluta” è nell'”utero”della terra nella quale respira,si nutre,si riproduce e muore,in armonia con il sistema in cui la Terra esiste , va.
Questo non vuole essere fatalismo e asserzione di dipendenza,ma la serena consapevolezza di una unione che è vita e sopravvivenza.
Potremmo vivere senza atmosfera alla quale il vivente è legato dalla respirazione?Potremmo vivere senza nutrimento che comunque viene dalla terra?Potremmo sopravvivere senza sonno o sempre dormendo?
Certo,anche il ssitema vivente ha costruito un proprio ambiente con le sue norme e il suo equilibrio interno,ciò che Claude Bernard chiamò “omeostasi”;e questo equilibrio dinamico, al quale presiedono,come vedremo,tutti i sistemi dell’organismo,pur nella sua piena autonomia è strettamente correlato e in risonanza con l’ambiente cosiddetto “esterno”,come è possibile vedere con estrema chiarezza in tutti gli altri viventi che vivono nell’ambiente,secondo le regole dell’ambiente,senza modificare di molto l’ambiente.
Ma l’uomo,che rapporto ha con l’ambiente,soprattutto a partire dal secolo ventesimo?Quanto il volo della “mente culturale” prende sempre più ali che assomigliano a quelle di Icaro, volando verso un sole che fa dell’ambiente solo il substrato di una capotica trasformazione e di un eviscerante sfruttamento,un territorio da dominare,assoggettare ai propri miraggi,ai propri giudizi e pregiudizi estetici ;finanche con l’ambizioso progetto di modificare e assoggettare anche i ritmi interni del “corpo umano?Non sembra quasi una schiavitù che la capacità dell’organismo di mantenere una condizione di equilibrio interno non possa essere del tutto indipendente dall’ambiente esterno,dover dormire di notte,essere assaliti dal sonno e dalla fame,avvertire la stanchezza dopo ore di attività,essere costretti a riposare,percepire variazioni del tono dell’umore e della “voglia di fare” nell’arco del giorno o delle stagioni,subire i cicli mestruali o le menopause,dover dipendere per i propri impegni o desideri dalle ore e dalle stagioni?
Ne parleremo a presto.
prof.Mauro Maria Minervini