In un caldo giorno di luglio, mentre la preside del Panetti Eleonora Matteo, era impegnata in un’altra scuola per presiedere una commissione degli Esami di Stato, arrivavano al Panetti due note datate 5/7/2013 emesse dal Servizio Edilizia Pubblica e Territorio della Provincia di Bari, a firma dell’ing. Cataldo Lastella, che senza alcuna comunicazione preventiva e/o concertazione, stabilivano che “l’intera ala nuova dell’I.T.I.S. Panetti” sarebbe stata assegnata all’I.P.P.S.S.A.R. Perotti, con decorrenza 1° settembre 2013. Per intenderci, in un mese, con le ferie legittime alle porte, il Panetti avrebbe dovuto cedere al Perotti l’intero edificio che si affaccia su via Re David, senza che alcuna comunicazione fosse mai pervenuta alla preside dello storico Istituto Tecnico barese.
Incredula per la mancata consultazione, la preside del Panetti faceva notare all’ing. Lastella che non vi era stato alcun “sopralluogo e ricognizione” da parte dell’Amministrazione Provinciale che avesse potuto rilevare l’effettiva disponibilità delle aule dell’intero stabile. Finalmente la Provincia effettuava il sopralluogo e verificava che l’unico piano disponibile era effettivamente il terzo, che accoglie 15 aule. Il piano terra, il primo e il secondo piano invece sono regolarmente occupati dal museo tecnologico, dalle aule del biennio, dai laboratori, dagli uffici di segreteria e dalla presidenza.
Nonostante l’avvenuto sopralluogo, il Servizio Pinacoteca, Patrimonio Artistico e Pubblica Istruzione della Provincia, a firma del Dirigente dott.ssa Gelao, ordinava di trasferire la succursale del Perotti presso il Panetti utilizzando il terzo piano e gli spazi del I e II che si sarebbero resi disponibili a seguito di ulteriore sopralluogo congiunto. Nella stessa determina, la Dirigente della Provincia, stabiliva che alcune sezioni del Giulio Cesare sarebbero state trasferite presso l’edificio di via Viterbo (Japigia) dove attualmente ha sede la sezione staccata del Perotti che, a sua volta si sarebbe trasferito al Panetti.
La stessa determina della Provincia stabiliva inoltre che questa triplice operazione non avrebbe comportato alcun impegno di spesa da parte dell’Amministrazione provinciale.
Un rimbalzo di Istituti, dunque, determinato da un effettivo aumento delle iscrizioni da parte del Giulio Cesare che può così arrivare a contare circa 1400 alunni, in barba alle Linee Guida stabilite dall’Assessorato al Diritto allo Studio della Regione Puglia che stabilisce che gli Istituti scolastici non devono superare i 1100 studenti.
Di per sé già questa situazione è legalmente inaccettabile.
La domanda però sorge spontanea: “Che c’entra la richiesta di trasferimento del Perotti se la scuola che registra 8 classi in più è il Giulio Cesare?”.
Il D.S. del Panetti, mostrando disponibilità, decideva di offrire al preside del Giulio Cesare, Antonio Aulenta, il 3° piano dell’ala nuova, quelle 15 aule effettivamente non utilizzate da parte della sua scuola; del resto all’Istituto Commerciale di via Einaudi ne servono effettivamente solo 8.
In questa “trattativa” si inseriva la Preside del Perotti, Rosangela Colucci che evidenziava da parte del suo Istituto solo la necessità di cambiare sede per ragioni di lontananza dalla sede centrale di via Niceforo, come se la sede del Panetti in via Re David fosse poi tanto più vicina.
Una necessità questa non pertinente e che mai avrebbe potuto giustificare lo smantellamento di un’intera ala operativa del Panetti e il trasferimento di alcune sezioni del Giulio Cesare in via Viterbo, al posto del Perotti.
La soluzione proposta dalla preside del Perotti, stando ai fatti appresi, prevedeva lo smantellamento totale delle aule, dei laboratori e degli uffici del Panetti, siti nell’ala nuova, per spostarli in non ben precisati scantinati dell’edificio vecchio, senza alcuna garanzia di tempi, date le ferie estive incombenti e del rispetto delle stringenti norme di Sicurezza che riguardano il mondo della Scuola.
Il 22 luglio 2013 il presidente della Provincia Francesco Schittulli e l’Assessore all’Istruzione Stefano Di Perna, dichiarando che le esigenze di tutti i presidi coinvolti erano comunque accoglibili, si rimettevano pilatescamente ad un loro auspicato accordo. Accordo che ha sancito il trasferimento di una parte del Giulio Cesare alla sede del Perotti in via Viterbo, il trasferimento dell’alberghiero da via Viterbo al terzo e parte del secondo piano del Panetti e quest’ultimo costretto a trasferire le proprie strutture in altre aule del vecchio edificio, non ben definite.
Questa operazione, contrariamente a quanto stabiliva la determina della Provincia per ovvie ragioni non può avvenire a costo zero.
Qualche domanda da parte nostra però è legittima:
- Perché alcuni Dirigenti Scolastici accettano iscrizioni anche se i loro Istituti non hanno gli spazi idonei? Stando alle norme vigenti non dovrebbero poterlo fare, anzi dovrebbero dirottare le iscrizioni in più, con un minimo di fair play, verso Istituti analoghi meno popolati.
- Se la norma prevede al massimo 1100 alunni per Istituto, perché alcune Scuole arrivano anche a 1400? Chi dovrebbe vigilare sul rispetto di queste norme? Perché non lo fa? I presidi che non si attengono alle normative vigenti, in quanto Dirigenti di Enti Pubblici, non dovrebbero essere sanzionati?
- Quali sono le responsabilità del Presidente della Provincia Schittulli e del suo Assessore all’Istruzione Di Perna? Si può autorizzare un trasloco multiplo di scuole solo perché una di queste ritiene la propria succursale lontana dalla sede centrale, come se la sede del Panetti fosse poi tanto più vicina? Ricordiamo che la succursale del Perotti si trova in via Viterbo a due passi dalla metropolitana leggera con fermata al Marconi. Gli alunni in questo modo hanno la possibilità di raggiungere la scuola in modo molto agevole.
- Quali sono le reali esigenze della preside del Perotti? Con la soluzione Panetti, non migliora il diritto allo studio dei suoi studenti. Quale offerta formativa verrebbe garantita agli alunni che anziché andare in via Viterbo, si dovranno recare in via Re David? Al Panetti non avranno a disposizione i laboratori che, come è noto, caratterizzano il corso di studi alberghiero. E poi, la vicinanza ventilata è assolutamente fittizia: è bene ricordare che che il Perotti dista dal Panetti più di 2 km!
- Nell’evenutalità che si intendano creare nuovi laboratori per il Perotti: chi li pagherà? la scuola? i genitori? o la Provincia che si ritroverebbe a sostenere ulteriori costi per impianti e messa a norma di nuove strutture? In quali tempi? Troppe le incognite per una operazione che non garantisce agli studenti reali benefici!
- La Provincia come giustificherà l’esborso di soldi pubblici per sistemare gli ambienti del Panetti e renderli agibili in termini di sicurezza e didattica? Ci risulta che si dovranno aprire ingressi nuovi, circoscrivere e separare gli ambienti delle due scuole coinquiline, riparare i bagni, ristrutturare un intero 3° piano prevedendo lavori di muratura e di tinteggiatura, dotando le aule di suppellettili. Devono essere poi trasferiti i laboratori del Panetti in altre aule da mettere a norma dal punto di vista degli impianti. E poi il trasloco dell’intero Istituto Perotti da via Viterbo a via Re David, prevedendo evidentemente nuove suppellettili. E infine il trasferimento di intere sezioni e laboratori del Giulio Cesare da via Einaudi all’attuale sede del Perotti in via Viterbo, prevedendo, in nome della sicurezza, laboratori, strutture e impiantistica a norma di legge.
- Gli spazi comuni alle due scuole: palestra, parcheggi moto, corridoi ecc. come saranno gestiti? sotto la responsabilità di chi?
- Se il Panetti continuerà a crescere in termini di iscrizioni, come sta accadendo negli ultimi anni, dovrà sfrattare il Perotti che nel frattempo ha occupato i suoi spazi? E se il Perotti dovesse crescere, visto il pericoloso precedente procurato, chiederà ancora un’altra sede? Con le stesse modalità con le quali ha chiesto e ottenuto il Panetti?
- E’ possibile sapere dal Presidente Schittulli, quanto costerà questa triplice operazione che presumibilmente non avrà carattere definitivo?
A nostro modesto parere, il presidente Schittulli ha adottato una soluzione che rappresenta uno spreco di danaro pubblico, soluzione peraltro non definitiva.
Non sarebbe stato meglio pensare in modo più organico al sistema scolastico barese, prendendosi tutto il tempo necessario per studiare una razionalizzazione degli Istituti, in special modo quelli dello stesso tipo, accorpando magari corsi analoghi?
Ci risulta che il presidente Schittulli abbia salomonicamente ascoltato tutte le istanze, con estrema apertura, ma poi, un po’ pilatescamente abbia chiesto ai dirigenti scolastici di mettersi d’accordo fra loro. Un accordo che però non soddisfa a pieno le esigenze di due dei tre presidi coinvolti.
Se queste sono le premesse e Schittulli dovesse candidarsi alla guida della Citta di Bari, da Sindaco, come intenderà gestire il Comune?
Lucio Marengo