Papa Francesco è un eroe dei nostri tempi. Un eroe nella fede e nella carità. E’ capace di dare alle piccole cose, da buon padre di famiglia, grandi significati che infondono speranza e ottimismo in una società, la nostra, nella quale emergono sempre più frequentemente solo ristrettezze, aridità ed egoismi.
Il fatto: un artigiano palermitano finisce nelle maglie dell’usura, che si fanno sempre più fitte fino a costringerlo alla chiusura della sua attività. Una storia come tante altre che però, purtroppo, quasi non fa più notizia. L’artigiano denuncia gli strozzini e in cambio riceve un piccolo aiuto dallo Stato che però non serve a salvarlo dal fallimento del suo lavoro e dei suoi progetti di vita. Nella disperazione più totale, sua moglie prende carta e penna e scrive al Papa una lunga lettera. Francesco c’è; è un Papa sui generis. Si fa trovare e risponde, inviando alla signora un assegno di 1000 Euro, insieme a parole di speranza. Un piccolo segno, un aiuto concreto che fa sentire un’intera famiglia non più sola, ma nel cuore della Chiesa.
Qui si potrebbe chiudere una bella storia. E invece la burocrazia italiana si mette di traverso. Il Papa ha inviato alla coppia un assegno “non trasferibile” che non può essere incassato in nessuna banca o ufficio postale, né girato ad altra persona. Può solo essere versato su un Conto Corrente che l’artigiano purtroppo non ha più, non avendo più liquidità. L’unico modo per incassarlo è recarsi a Roma presso la filiale che lo ha emesso.
Ancora una volta, il Papa ci mette qualcosa di suo e risolve il problema. Invia nuovamente la somma attraverso un vaglia postale. Un piccolo gesto per una grande presenza. Il Papa è con il suo popolo.
Maria Raspatelli