Lo scorso giugno, l’associazione “Triggianesi di Puglia nel Mondo”, presieduta da Tonia Caldarulo, ospitò una delegazione di cittadini italo-americani composta da dodici ragazzi provenienti da Addison (deliziosa cittadina nella periferia di Chicago), figli di pugliesi di seconda e terza generazione e sei nonni, tutti di origine triggianese.
L’iniziativa, fortemente voluta sia da Anna Raimondi (presidente dell’Associazione Madonna della Croce di Triggiano in Chicago) che da Tonia Caldarulo, fu realizzata con il contributo della Regione Puglia, nell’ambito del Piano 2008 della l.r. n. 23/2000 (Interventi in favore dei Pugliesi nel mondo) del Servizio Pugliesi nel mondo, diretto all’epoca da Angelo Di Summa.
Tra gli ospiti c’era la signora Caterina (Rina) Montecalvo Iusco di una simpatia unica (nella foto, l’ultima a destra seduta).
Rina parlava ormai pochissimo il “triggianese” ma sorprese tutti noi all’aeroporto per una parola che ricordava la sua infanzia: “ricotta squann” (la ricotta forte). Durante il soggiorno nacque una bellissima amicizia che ha portato ad un numeroso scambio di mail.
Così, ci ha raccontato della sua vita di figlia di triggianese nata a Chicago.
Ecco la storia:
“Mio padre Giovanni Montecalvo nacque a Triggiano – Italy (in questo modo viene scritto sui documenti americani, senza indicare regione o provincia) nel 1898, così come mia madre Elisa e mia sorella Costantina. Io sono nata a Chicago nel 1939. Mio padre partì in America nel 1920 all’età di 22 anni, purtroppo c’era poco lavoro e soprattutto poco denaro in quel momento. Salpò dal porto di Napoli con la nave ‘Guglielmo Pierce’ e ci vollero circa 5, 6 giorni per arrivare a Ellis Island nel porto di New York. Da lì arrivò a Chicago per stare con gli amici. Aveva solo $ 55.00 dollari con lui. Mio padre è stato occupato in varie attività lavorative. Nel 1929 o 1930 tornò in Italia, incontrò mia madre Elisa Ferrara e si sposò. Dopo un poco tornò a Chicago e lasciò mia madre in Italia. Non c’erano abbastanza soldi per via della grave crisi economica del ’29 (la depressione) e mia madre era incinta di mia sorella Costantina che è nata nel 1931. Mio padre risparmiò i soldi, così mamma Elisa e Costantina potevano venire in America. Sono venuti nel 1938 e nel 1939 sono nata io. Sono nata in una casa al 1303 di West Ohio Street, grazie a una levatrice, e sono stata battezzata alla chiesa di Santa Maria Addolorata*, la chiesa dei “Triggianesi” Mia sorella si è anche sposata in quella chiesa.
Quando mia sorella è venuta a Chicago aveva circa 7 anni e poiché la gente diceva a mia madre che a Chicago non c’erano chiese cattoliche , mia sorella fece la comunione e la cresima prima di lasciare l’Italia. Mia sorella non sapeva di suo padre e il fatto che non lo chiamasse papà lo faceva arrabbiare.
Deve essere stato molto difficile per mia madre lasciare sua madre e 3 sorelle a Triggiano non sapendo se li avrebbe mai più rivisti. Sua madre è morta mentre si trovava negli Stati Uniti.
Mamma Elisa ritornò in Italia due volte portando due dei suoi nipoti con lei ogni volta. Ha avuto la fortuna di vedere le sue sorelle ancora una volta. Abbiamo sempre parlato in italiano (dialetto triggianese) a casa, ma solo fuori di casa si parlava in inglese. Ho imparato prima l’italiano e poi l’inglese. Mia sorella non riusciva a parlare in inglese quando è venuta, così ha usato il linguaggio dei segni con gli altri bambini. Mia madre aveva paura che non avrebbe mai più parlato. Quando andò a scuola la maestra disse che l’avrebbero chiamata ‘Connie’ e mia sorella tornò a casa piangendo e disse a mia madre che la chiamavano ‘cane’.
Mia madre lavorava qui come sarta e mio padre lavorava in una ditta di imballaggio. Mentre stava lavorando su una macchina di taglio automatico si recise la mano destra. In seguito ha lavorato presso Hammond Organ Co., una delle fabbriche più antiche di Organi di Chicago. Mio padre morì all’età di 64 anni e non andò mai in pensione. Dopo di che mia madre tornò in Italia e ha lavorato in una fabbrica di abbigliamento per 26 anni. Mia madre morì all’età di 78 anni, successivamente ho deciso di fare un viaggio in Italia dopo 22 anni. Mia figlia Lisa era in Italia al college ed era in un programma per andare a Firenze e studiare l’italiano così io l’altra mia figlia Dina ci siamo incontrati lì. Abbiamo trascorso due settimane in viaggio a Firenze, Venezia, Pisa, Roma, Sorrento e Pompei. Poi abbiamo preso il treno per Bari e Triggiano per fare visita ai miei cugini e siamo rimasti per 5 giorni. Non abbiamo visto troppo, ma abbiamo comprato gioielli perché 20 anni fa il cambio era ancora molto buono. Abbiamo apprezzato tutta l’Italia e volevo tornare un giorno. L’ho fatto nel 2011 quando sono venuto con la mia nipotina Brianna. Un meraviglioso viaggio che non dimenticheremo mai. Ho conosciuto tante belle persone, mangiato ottimo cibo, fatto nuove esperienze e visto luoghi di interesse. Brianna ora vuole tornare per studiare l’italiano. Dobbiamo cercare di mantenere le nostre tradizioni e naturalmente la nostra buona cucina,infatti alle feste c’è sempre un po’ della gastronomia triggianese. E’ bello essere un italiano della Puglia.
A presto
Rina”
Rina Montecalvo è stata segretaria della Motorola, ha 2 figli e 6 nipoti e vive a Rosemont,Illinois
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*SANTA MARIA ADDOLORATA Church in Chicago.
Alla fine del 1800 e gli inizi del 1900, Chicago fu meta di decine di migliaia di emigranti italiani. Gli italiani possedevano una mentalità diversa riguardo la loro patria. Gli emigranti europei dicevano di essere nativi del loro paese (Germania, Polonia, Irlanda) e gli italiani dicevano di essere regionali: pugliesi, abruzzesi o nativi di comuni: Triggiano, Modugno, Carbonara, Mola, piuttosto che “nazionali”: Italiani. Per questo motivo, a Chicago nel 1920 già c’erano “Ten Little Italy” (10 diverse comunità di paesani, tra cui Triggianesi, Molesi, ecc…).