A Corato riemerge con forza la storia. Nel corso di lavori di riqualificazione e rigenerazione urbana della centralissima piazza Cesare Battisti, sono stati individuati oltre ai resti importanti dell’attuale Chiesa della Madonna Incoronata, anche le antiche fondazioni dell’originaria Chiesa di San Cataldo, patrono locale.
«Già in una tavola grafica del primo Piano Regolatore Generale della Città di Corato del 1869, redatto dall’ing. Camillo Rosalba,- spiega il Dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Corato l’ing. Giuseppe Amorese – veniva riportato come esistente un unico corpo di fabbrica costituito da Palazzo San Cataldo, cioè l’attuale sede del Palazzo di Città, e l’annessa Chiesa. Quest’ultima corrispondeva all’attuale tempio religioso preceduto tuttavia da un avancorpo, del quale in questi giorni, in fase di scavo, abbiamo rinvenuto le antiche fondazioni. Si è, inoltre, scoperto che la facciata principale dell’attuale Chiesa aveva una parte occultata, oggi portata alla luce.
Essa era l’originaria parte basamentale della facciata in corrispondenza dell’antica quota stradale da cui si accedeva alla Chiesa stessa. Successivamente, l’avancorpo fu demolito o crollò, fu innalzato il piano stradale e furono realizzate le attuali scale di accesso alla Chiesa, il cui piano di calpestio è in effetti sottomesso rispetto alla quota stradale. Altresì abbiamo rinvenuto l’antico pluviometro, che aveva la funzione di misurare il grado di precipitazioni piovose in Città».
Entusiasta anche il Sindaco del comune del nord barese, Luigi Perrone. «Si tratta di un’importante scoperta rinvenuta che si sposa perfettamente con la logica seguita dall’Amministrazione Comunale nel progetto di risistemazione di Piazza Cesare Battisti, tuttora in fase di realizzazione, che mira a “riqualificare” l’attuale spazio informe per valorizzarne il carattere e la funzione propria di Piazza, come luogo dello “stare”. Altresì, questa scoperta si inquadra nell’ottica della riscoperta e valorizzazione dei cuniculi sotterranei della Città, che costituisce un’ulteriore aspetto qualificante del progetto. Ora, d’intesa con la Soprintendenza competente, definiremo la successiva fase dei lavori».
Andrea Alessandrino