Una preghiera che parla molte lingue e che professa molte religioni, tutte accomunate dal dolore per le vittime del naufragio nel Mediterraneo.
Il lavoro congiunto dell’associazione di volontariato In.con.tra insieme alla Caritas e all’ufficio Migrantes di Bari ha reso possibile un momento di preghiera svoltosi ieri sera presso il molo Sant’Antonio, luogo di culto per pescatori e naviganti baresi.
Famiglie, bambini, volontari, mussulmani, cattolici, ortodossi in un mare di fiaccole tutti uniti in un unico coro volto a rendere omaggio a chi purtroppo non è riuscito a raggiungere le coste italiane.
Luogo tanto simbolico quanto significativo: quel mare che ha inghiottito 800 vite rappresenta invece l’unione tra i popoli.
Principali protagonisti dell’incontro i migranti di tutto il mondo fuggiti dalle guerre, oggigiorno residenti a Bari e molto spesso assistiti da associazioni di volontariato, la cui presenza non è certo mancata.
Presenti inoltre l’arcivescovo il Mons. Francesco Cacucci e l’Imam della comunità di Bari e provincia.
-Sono nostri fratelli perché figli di Dio- sostiene Cacucci –grazie a questo momento di unione contribuiamo a rendere loro omaggio- continua l’arcivescovo di Bari.
-Loro vivono nel nostro cuore e ora sono nel paradiso- questo invece l’auspicio dell’Imam della comunità mussulmana di Bari.
Infine il momento più toccante; donne uomini bambini di tutte le etnie hanno gettato in mare 50 rose bianche in memoria dei 50 bambini che non ce l’hanno fatta.
Un evento come questo testimonia quanto Bari sia una città tollerante e multietnica in cui della parola razzismo non si conosce neppure il significato.
Andrea Giotta