Anteprima ieri sera con la lezione del giudice Angela Arbore sulla legalità.
Sarà inaugurata questa sera la Biennale d’arte contemporanea intestata alla memoria di Rocco Dicillo, il nostro concittadino agente scelto di PS morto a Capaci il 23 maggio di venti anni fa mentre era di scorta al giudice Giovanni Falcone.
L’appuntamento è per le ore 19.00 presso la sala Mostre di Palazzo Pontrelli in piazza Vittorio Veneto.
Giunta alla sua ottava edizione, la Biennale è stata presentata ieri mattina nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Consigliare del Comune. Presenti il sindaco, Vincenzo Denicolò, l’assessore alla Cultura, Enzo Elia, il presidente dell’Associazione Metropolis, organizzatrice dell’evento, Ninni Castrovilli, le direttrici artistiche, Anna Maria Eugenia Lagioia e Marialuisa Loconte, e Michele Dicillo, fratello di Rocco.
Centrata sul tema “Cittadini a regola d’arte”, questa edizione della Biennale ha voluto focalizzare la sua attenzione sul concetto della legalità calata nel quotidiano e lo ha fatto, sul piano artistico, proponendo due livelli di esperienza creativa: il primo, in concorso, dedicato a giovani artisti emergenti; il secondo destinato ad artisti ospiti e già affermati, cui sono state dedicate sale espositive personali.
Per quanto attiene i linguaggi si sono scelti le installazioni, i video e le foto.
L’organizzazione dell’evento è partita in marzo con l’invio dei bandi a numerose Accademie italiane e straniere e a Gallerie qualificate. Come ha sottolineato la direttrice artistica Loconte, la risposta è stata particolarmente ampia. “Sono giunte opere da tutto il mondo”. Fondamentale è stato l’apporto delle Accademia di Bari e dell’Accademia Brera di Milano.
Le opere in concorso sono state giudicate da una giuria tecnica, presieduta da Lia De Venere, docente dell’Accademia di Bari, e da una giuria popolare e questa sera saranno annunciati i vincitori, le cui opere saranno mostrate in un locale, inutilizzato da anni, presso l’Ufficio Tecnico del Comune.
Quest’ultimo particolare richiama ad un’altra scelta significativa degli organizzatori: quella di esporre le opere non in luogo appositamente dedicato, ma nei luoghi propri della “cittadinanza attiva” diffusi sul territorio: uffici comunali, scuole, mensa sociale, una banca. Il fil rouge di questa “dispersione” espositiva sarà l’odore di vernice, “perché molti studi confermano che l’olfatto è il dato che più permane nella memoria”.
La partecipazione degli artisti ospiti è stata illustrata dalla direttrice artistica Lagioia. Si tratta di Francesco Arena, affermato scultore salentino che ha caratterizzato il suo impegno con una forte denuncia sociale e che presenterà sette lastre in ardesia, una per ognuna della grandi stragi che hanno segnato la recente storia italiana.
Il video è stato invece realizzato da Bianco e Valente, una coppia sia nell’impegno artistico che nella vita, artisti concettuali di cui Triggiano ha già ospitato un’opera nell’ambito dell’evento dei presepi negli ipogei della Chiesa Matrice annualmente realizzato dal locale Archeoclub.
La fotografia sarà infine rappresentata da opere di Donatella Spaziani.
Nel programma della Biennale è anche previsto un incontro tra gli artisti ospiti e i vincitori del concorso riservato agli emergenti.
Intanto ieri sera la Biennale ha avuto un prologo presso l’Auditorium della Scuola Media De Amicis con la interessante lezione sul concetto di legalità svolta dal magistrato Angela Arbore.
Presenti il sindaco Denicolò con gli assessori Elia e Palella, il prefetto di Bari, Domenico Pinzello, il capitano dei Carabinieri, Dario Allegretti, con il maresciallo Francesco Fiore, la direttrice artistica della Biennale, Maria Anna E. Lagioia,e Michele Dicillo, la relatrice ha parlato con grande efficacia comunicativa di regole e di legalità calate nella esperienza di ogni giorno, di un “eroismo” a portata di tutti perché fondato sulla scelta consapevole di rifiutare, a qualunque livello del vivere sociale, la prepotenza, la sopraffazione, la furbizia, i favoritismi e tutte le “scorciatoie” con cui di solito eludiamo il rispetto delle norme. Legalità – ha ribadito la relatrice – significa responsabilità, anzi corresponsabilità.
Non sono mancati i richiami, fondati anche su dati di esperienza personale, ai grandi campioni della lotta alla mafia, ai giudici Falcone, Borsellino e a Antonino Caponetto, presidente del famoso pool antimafia della procura di Palermo, che dette inizio ai tempi nuovi della lotta alla piovra. Dello stesso giudice Caponnetto è stata anche letta una poesia in apertura di serata.
Il dibattito ha consentito di allargare il campo di riflessione ad altre tematiche: la lentezza della giustizia, la opportunità o meno di una legislazione speciale, i rapporti fra mafia e Stato e così via. A tutti i quesiti hanno risposto con chiarezza e pacatezza la giudice Arbore e il prefetto Pinzello, che ha richiamato al dovere civico della denuncia di tutte le situazione dietro cui si possono nascondere pressioni e inviti alla violazione delle regole.
(Per gentile concessione di www.triggianodemocratica.info)