Noi avevamo pubblicato questa notizia il 12 agosto 2012. Solo in questi giorni i grossi media hanno dato rilievo ai risultati della ricerca del dott. Vescovi.
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L’uso delle cellule staminali nella cura della sclerosi laterale amiotrofica sembra dare segnali incoraggianti. Il ricercatore Vescovi a S.Giovanni Rotondo a febbraio inoculò cellule staminali ad un malato affetto da questa terribile malattia. Ora, sembra, con tutta la prudenza del caso, che vi siano miglioramenti. Le cellule staminali furono ottenute da un aborto spontaneo, trattate, coltivate, pronte per la terapia.
Attualmente il programma di ricerca prevede il trattamento su un caso al mese. Successivamente saranno trattati anche i malati di sclerosi multipla. Insomma una ricerca promettente, da osservare con speranza, senza alimentare il tam-tam mediatico, visti i risultati embrionali dell’esperimento.
Utilizzando cellule da un aborto spontaneo, viene superato il problema etico, sull’uso di cellule di embrioni vivi, non utilizzati per impianto in utero. Altre potrebbero essere le fonti: le cellule staminali ottenute dal sangue del cordone ombelicale e lo stesso cordone ombelicale. Recenti ricerche hanno rivelato la presenza di cellule staminali nel liquido amniotico.
Viene in mente il caso Welby, che scelse la “dolce morte-eutanasia” perchè malato di SLA. Non potremo mai sapere, se sottoposto a questa terapia, ora sarebbe in fase di guarigione. Lì fu fatta una scelta estrema per approvare norme a favore dell’eutanasia, con consapevolezza e ,spero, con ignoranza verso nuove tecniche di approccio terapeutico. Nel caso opposto trattasi di vero e proprio omicidio.
Qualcuno ieri alla chiusura delle Olimpiadi ha detto che nessun risultato è precluso all’uomo, quando c’è volontà, tenacia e determinazione. Lo stesso vale per la ricerca, a patto che sia libera, e che sia sostenuta dagli stessi sentimenti.
Leonardo Damiani