Abbiamo intervistato per i lettori di Madeinitaly, appassionati di fotografia, arte e letture importanti, Antonella Russo , curatrice, storica della fotografia, autrice de Storia culturale della fotografia italiana, Einaudi, 2011
Come nasce il tuo ultimo libro e come si inserisce nell’ editoria fotografica odierna del paese?
“Devo l’idea di scrivere Storia culturale della fotografia italiana agli studenti del corso di Storia e tecnica della fotografia dell’Università del Salento (già Università degli studi di Lecce) . Mi resi conto che i manuali di storia della fotografia italiana disponibili erano datati , informativi ma scarsamente formativi; in ogni caso non corrispondevano con i temi e le questioni che proponevo durante il corso e così, anche per rispondere alla richiesta dei materiali fotografici inediti che mostravo durante le lezioni, mi risolsi a scriverne uno più affine alla metodologia che adottavo. Inizialmente pensavo di dare alle stampe una dispensa ma più m’ immergevo nella ricerca e più mi rendevo conto che molti erano i materiali da “rivedere”, date di mostre fotografiche e di libri da correggere e mi resi conto che mi era inoltrata in un lungo tunnel di lavoro di scavo solitario in giro per biblioteche e archivi. Così ho iniziato a cercare un editore, non certo per finanziare le ricerche, ma per immettere il testo che preparavo nel circuito dell’editoria nazionale e renderlo il più possibile fruibile. Ho lavorato per più di un anno senza contratto ma alla fine sono riuscita a inserire questo manuale nell’editoria d’eccellenza del nostro paese rendendolo ampliamente disponibile.”
A chi si rivolge?
“Storia culturale della fotografia italiana è un testo generale sulla nostra immagine fotografica dal 1945 al 1990 e dunque sia un resoconto che un libro di rapida consultazione con brevi schede sui nostri maggiori autori; ma allo stesso tempo è anche un compendio di questioni che hanno a che vedere con storia, storiografia, teoria e metodologia ovvero si propone di far riflettere su come si è sviluppata la fotografia qui da noi. Il volume è pensato innanzitutto per gli studenti di fotografia, ma anche per fotografi, storici, storici dell’arte , collezionisti e chiunque abbia un minimo di curiosità di informarsi sulle vicende legate a quella presa “di consapevolezza” dell’importanza della rappresentazione fotografica, che in Italia si è sviluppata solo a partire da un dato momento storico.”
E’ necessario possedere già nozioni di storia della fotografia per apprezzarlo a pieno ?
“Data l’ impostazione da compendio di studi, e la sua scrittura diretta che lo connota, credo (e spero) che il volume sia accessibile anche a un vasto pubblico laico. La sua struttura è in tal senso alquanto cattolica, ossia universale.”
Il tuo prossimo libro?
“Ho sempre in corso svariate ricerche e innumerevoli idee ma spero di poter presto concentrarmi e scegliere di focalizzare su di un volume che sviluppi questioni di etica e immagine fotografica. E’ un tema che, al momento, sento fortemente.”
La prima foto che hai scattato qual è stata?
“Sono una studiosa “assoluta” , e credo che Storia culturale della fotografia italiana denunci la mia formazione di storica dell’arte/fotografia piuttosto che di fotografa. Sarà forse per una scelta personale e precoce d’ investimento nella ricerca che non conservo memoria viva alcuna , nessun ricordo, emozione nel fare fotografie. Da ragazzina usavo la macchina fotografica per difendermi dai fotografi, come una resistenza attiva : portavo la macchina fotografica sul viso a mo’ di maschera e aspettavo che i clic intorno a me si calmassero, ma solitamente non fotografavo alcunché.”
Quale esperienza dovrebbe avere o quale strada dovrebbe intraprendere oggi un ragazzo che volesse scrivere un libro di fotografia
“Ogni ragazzo o ragazza che volesse diventare autore di fotografia dovrebbe , studiare tanto, pubblicare parecchi saggi ma soprattutto individuare argomenti capaci di avviare dibattiti su questioni di etica, politica e civiltà dell’immagine fotografica.”
Quale augurio faresti a chi decidesse di occuparsi di fotografia a 360gradi.
“Di rispondere onestamente alla domanda “che cosa voglio dalla fotografia” prima di scattar foto o di scrivere di fotografia.”
Cosa potrebbe essere migliorato nel sistema politico italiano attuale per consentire ai giovani di acquisire e sviluppare una cultura maggiore delle arti visive della loro storia.
“Istituzionalizzare corsi e inserire più cattedre di Storia e cultura fotografica nell’Università italiana”
La fotografia nel 2000. Il lavoro del fotografo oggi , quali consigli daresti a chi desidera inserirsi nel mondo del lavoro ?
“Oggi i giovani hanno più opportunità, e grazie a internet –l’elettricità contemporanea– più occasioni di partecipare a concorsi, mostre, pubblicazioni anche se la competizione è totale, anzi globale.
La vera sfida è di produrre esclusivamente immagini necessarie, sincere, eticamente utili alla moltitudine; in una parola oggi la vera sfida è produrre una fotografia kalokagathia etica e bella , bella perché etica.”
Fabia Tonazzi