Il caso di Barletta con la morte di una donna per l’assunzione di sostanza tossica in uno studio privato, seppur a distanza di tempo pone interrogativi. Pertanto chiediamo ad un’esperta lumi a proposito.
Intervistiamo la dottoressa Elisabetta Martinelli Dirigente Medico, chirurgo, endoscopista presso l’Ospedale Di Venere Bari.
In cosa consiste il test eseguito nello studio privato di Barletta? La sostanza usata è pericolosa?
Il Breath Test al Sorbitolo è un esame utile per la diagnosi di celiachia e di altre patologie che provocano malassorbimento. Nei pazienti celiaci in dieta libera si osserva un malassorbimento di sorbitolo, pertanto questo breath test è utile per l’identificazione dei soggetti affetti da malattia celiaca non trattata, quindi come metodica di screening per individuare quei pazienti da sottoporre ad ulteriori accertamenti (come la biopsia intestinale, ad oggi il gold standard per la diagnosi di celiachia). Il sorbitolo è uno zucchero semplice, assolutamente non pericoloso, un monosaccaride che non necessita di digestione per essere assorbito. Appartiene in particolare alla classe dei polialcoli e viene assorbito per diffusi0ne in quantità strettamente dipendente dalla dose e dalla concentrazione somministrata. In presenza di sindromi da malassorbimento, il sorbitolo viene assorbito con maggiore difficoltà. La quota inassorbita viene fermentata dalla flora microbica del colon, dando origine a gas come metano, anidride carbonica ed idrogeno. Tali gas, responsabili di disturbi intestinali come crampi e gonfiori vengono espulsi per via rettale tramite flatulenze ed in parte assorbiti dalla mucosa colica e veicolati dal sangue nei polmoni, dai quali vengono eliminati attraverso l’espirazione. Quindi facendo espirare il paziente si do sa l’anidride carbonica.Quindi l’esame è semplice e sicuro, forse il prodotto usato potrebbe essere alterato per ridurre i costi.
Come mai la signora è andata in uno studio privato? Si poteva eseguire in ospedale?
Questo è l’argomento che deve far riflettere. La signora ha cercato risposta in una struttura dove probabilmente erano assicurati tempi brevi e costi moderati per affrontare un problema che non ha trovato soluzioni presso le strutture pubbliche.
Lei lo esegue?
Io non eseguo questo esame perchè non rientra nelle linee guida per la diagnosi di celiachia. Ma la questione che forse spinge l’utenza a rivolgersi presso centri non accreditati, è che Ospedali di eccellenza come il Di Venere non dispongono di un centro di Endoscopia e Gastroenterologia in grado di dare risposte a problematiche così diffuse e per le quali l’utenza è costretta a pellegrinaggi verso centri alternativi.
Mi scuso se insisto, non mi sembra normale conoscendo la sua esperienza, lei afferma che attualmente non è possibile eseguire al Di Venere un’endoscopia digestiva?
Confermo: nell’Ospedale Di Venere non si esegue nessun test per le problematiche di malassorbimento e neanche la semplice endoscopia diagnostica è fruibile presso questa struttura nonostante la crescente richiesta dell’utenza.
Oltre l’operatore implicato nella vicenda di Barletta , ritiene vi siano altre responsabilità morali od oggettive?
La responsabilità è di tutti coloro che conoscendo il problema (vari livelli dirigenziali) decidono più o meno volutamente di ignorarlo. Più volte la sottoscritta ha sottolineato la necessità di fornire alla popolazione un centro di endoscopia che risponda a problematiche gravi come le urgenze ( emorragie digestive, ingestione di corpi estranei) o la diagnosi di malattie che potrebbero avere una semplice risposta attraverso una diagnosi endoscopica (patologie peptiche, malassorimento ecc.) e di garantire la prevenzione: si pensi allo screening del cancro colo-rettale così caldamente raccomandato dalle linee guida internazionali e da questo Ospedale di eccellenza completamente ignorato.
Intervista a cura di Leonardo Damiani