L’8 aprile è prossimo e pochi sanno, tranne le decine di migliaia di interessati, che è una data importante. Grazie ad una cervellotica e insensata decisione, coloro, soprattutto giovani , che vorranno intraprendere gli studi in una facoltà a numero, si sottoporranno ai test. Sono ragazzi che in questo momento dovrebbero essere impegnati nel rash finale per sostenere l’esame finale per la chiusura degli studi liceali o istituti tecnici. I loro docenti, invece, sanno che da mesi stanno preparando i quiz, dovendo sostenere una prova che dà loro poche speranze. A Bari solo duecentoquaranta posti disponibili per Medicina. Solo uno su dodici ce la farà. Domande spesso senza senso che richiedono chi ha vinto il Grande Fratello o il Talent Show del 2011 o quiz su aspetti specialistici ad es. sulla genetica che conoscono solo gli addetti al settore.
Trattasi dunque di un terno al lotto per chi vuol diventare un medico. Facciamo un pò di conti. Cinque anni di elementari, tre di media, cinque di liceo, sei di medicina, sei di specializzazione per diventare chirurgo. Totale: venticinque anni per essere un medico agli inizi. Hai già trentuno anni e non lavori ancora. Il numero dei reclutati è programmato secondo le necessità di ospedali, territorio ecc. dice la legge. Niente di più falso. Di assunzioni, concorsi nulla. Solo occupazioni temporanee. Negli ospedali molti medici hanno lasciato per sopraggiunti limiti di età e di sostituirli non se ne parla. Altro che programmazione. Le ragioni sono le solite: mancanza di fondi, di denari, leggi di stabilità. Poi vedi che i cantieri infiniti degli ospedali costano centinaia di milioni di euro con fondi delle Regioni, con strutture che spesso chiudono appena realizzate come nel caso di Mola, Putignano, reparti del Di Venere e Monopoli o ospedali che non aprono come quello di Altamura-Gravina perchè gusci vuoti.
Gli anni della formazione, del liceo, dell’apprendimento sono essenziali per l’esercizio allo studio che è norma per un medico dall’inizio sino al termine della sua vita. I quiz ridicoli selezionano non certo i più capaci a fare un mestiere difficile, che trova il suo humus nelle risorse dei Maestri che ahimè mancano per le note colpe dell’Università dei figli e parenti.
E noi chi ci curerà? All’estero? Lì si paga però. Un altro anno, un altro passo verso l’ignoto per i giovani ed il futuro dell’Italia.
Leonardo Damiani