”I governanti di uno stato del genere esercitano un potere assoluto, possono riplasmare la realtà a loro piacimento”
George Orwell(‘1984’)
MONDO – I bimbi cinesi diranno presto addio allo storico orsetto britannico poiché troppo somigliante al leader del Partito Comunista Xi Jinping.
La nazione, non estranea all’estremismo spesso adottato ed espresso dal Presidente, si è vista cancellare da tutti i social network più diffusi (We Chat, Snapchat…) le immagini raffiguranti Winnie The Pooh.
Ma la damnatio memoriae maoista che nel tempo ha travolto e allontanato dal Paese social network e film (qui è riportata una breve lista), torna a colpire lo staff di Mark Zuckerberg bloccando WhatsApp.
Al momento il ban è parziale, in quanto il “Great Firewall” (un progetto di censura e di sorveglianza che blocca dati potenzialmente sfavorevoli in entrata provenienti dai paesi stranieri ed è gestito dal Ministero della Pubblica Sicurezza cinese) filtra principalmente foto e video, ma è probabile che la censura diventi completa con il blocco dei messaggi di testo.
Per la società del giovane imprenditore, WhatsApp sarebbe solo l’ultima vittima della censura cinese: Instagram è stato bloccato nel 2014 seguito da Twitter, Google e Gmail.
Una chiusura che molti definiscono la Nuova Muraglia Cinese mediatica e che non accenna segni di arresto, seguendo le orme del totalitarismo.
‘Il rivoluzionario più radicale diventerà un conservatore il giorno dopo la rivoluzione. Certamente il fascismo è stato già sconfitto una volta, ma siamo ben lungi dall’aver sradicato definitivamente questo male supremo del nostro tempo: le sue radici sono infatti profonde e si chiamano antisemitismo, razzismo, imperialismo’ scriveva la scrittrice e filosofa tedesca Hanna Arendt, che individuava profonde analogie tra nazismo e stalinismo: diversi dalla democrazia per l’assenza di libertà civili.
Benvenuti nel totalitarismo 2.0 dove la libertà è unilaterale.