I risultati dei recenti ballottaggio per le elezioni dei sindaci hanno confermato il giudizio che abbiamo espresso in anteprima, quasi presagendo facilmente il flop totale del PDL che non ha giustificazione alcuna se non le responsabilità della classe dirigente periferica affacendata in tutt’altre attività tranne quella di seguire le vicende territoriali. Un partito serio procederebbe ad una severa riflessione dando il benservito ai soliti personaggi che vivono di luce riflessa e che per il territorio hanno prodotto ben poco. La forte astensione dal voto, anche questa volta ha punito un centro destra assente e incapace di svolgere l’importante ruolo della minoranza e dell’opposizione pur consapevole che la maggioranza, lacerata dalle correnti interne è sempre stata vulnerabile sui temi essenziali del lavoro, della disoccupazione, della sanità, della sicurezza e del controllo sugli enti regionali e degli allegri e superpagati manager che nei giorni scorsi è rimbalzata sulle cronache di tutta la stampa locale e nazionale. Il ruolo della opposizione è proprio quello del controllo sull’operato della maggioranza e se si rinuncia a questo compito per ragioni che possiamo immaginare, le conseguenze poi sotto l’aspetto dei consensi è facilmente prevedibile, e non lo abbiamo previsto con notevole anticipo proprio sulle colonne del nostro quotidiano. I tagliatori di nastri,gli improvvisati scrittori di libri che non si vendono, le passerelle salottiere, non rendono in termini di voti specie in un momento di grande crisi economica come quella che stiamo vivendo. Occorre ritornare sul territorio a stretto contatto con la gente, così come si è fatto per tanti anni e comunque sino all’avvento concordato tra tutti i partiti di questo scellerato porcellum che ha finito di distruggere la politica a vantaggio di pochi padroni e di tante marionette. Il Governo Letta ha chiesto 18 mesi di tempo per approvare tutte le riforme concordate e che gli italiani attendono; per quanto mi riguarda credo che non ci riusciranno, ma voglio sperare di sbagliare e di riconoscerlo pubblicamente. Auguri comunque a chi ha vinto in maniera inequivocabile nella speranza che questi risultati insegnino a chi magari non ne è convinto, che non si può vivere di miti e che lo stesso Berlusconi, uomo dalle sette vite, per tutti i pensieri che ha, non può più fare miracoli.
Lucio Marengo