Nessun ripensamento sull’eliminazione della seconda rata dell”imposta sulla prima casa. Il premier Enrico Letta, in conferenza stampa, ha dichiarato: “Non si torna indietro sulla decisione già presa dello stop alla seconda rata Imu”. Il Governo è impegnato a cercare le coperture, ma come sostiene il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, “non sarà facile”.
Il premier vuole apparire fermo e chiaro nella sua volontà di non far pagare agli italiani la seconda rata. C’è stato un “corto circuito” comunicativo”, ma Letta è categorico: “Le decisioni politiche sono state prese, non c’è da dire nulla di più – ha affermato il Presidente del Consiglio-. Ogni tema è occasione per terremoti politici. Le mie parole sono secche e ultimative per evitare incomprensioni”.
Il quotidiano Irish Time, alla domanda posta al premier su cosa pensano in Europa di lui, avrebbe scritto come risposta: “Ho le palle d’acciaio”. Stando a quanto sostengono i collaboratori di Letta, il Primo Ministro avrebbe usato una metafora sicuramente più elegante: “Ho tirato fuori gli attributi”.
E’ lo stesso Letta a fare chiarezza sulla vicenda delle “palle d’acciaio” che lo avrebbe ingoiato in un tormentone dalle sfumature palesemente maschiliste: “Sono rimasto allibito – dice – dal corto circuito comunicativo sulla nota vicenda ‘dell’acciaio’. Ho letto profluvi di interpretazioni su cosa avrei voluto dire, ma si tratta di una frase che non ho mai detto. E’ un errore di traduzione da una frase idiomatica in inglese. Posso rassicurare tutti: non c’è alcun cambio di strategia, di linguaggio, di passo da parte mia”.
Al di là delle frasi più più o meno volgari e maschiliste, la sostanza è che Letta ha acquisito parecchia credibilità in Europa dopo aver mandato in minoranza, un mese fa, Silvio Berlusconi sulla fiducia al Governo, dopo l’abile gestione del caso Cancellieri e la ferma volontà ad andare avanti con l’azione di Governo nonostante le previste difficoltà delle larghe intese.
Non basterà uno steelgate o l’l’hashtag #balledacciaio coniato immediatamente da Beppe Grillo a fermare la volontà del Presidente del Consiglio a puntare tutto su una parola che non si presta ad alcuna interpretazione idiomatica: “crescita”. Tutto questo alla vigilia del semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea che partirà nella seconda metà del 2014 e che vedrà l’Italia nel ruolo di leadership in Europa.
Antonio Curci – curci@radiomadeinitaly.it