Nel nuovo millennio scenari grotteschi si aprono agli occhi di generazioni ignave o forse semplicemente ignoranti: l’ultimo conflitto bellico iniziava infatti con la invasione della Polonia.
Oggi, nel mondo 3.0, le tattiche sono più velate – per certi versi meschine – e si concentrano sulla ambiguità della azione, sul cavillo inappellabile della confutabilità, della assenza di prove di diretto coinvolgimento in punto di Diritto.
Nel 2014 uno Stato si appropria di un altro Stato – o di parte di esso – secondo le malelingue con l’astuzia che si muove in retropalchi di servizi segreti e sobillatori, finanziatori e collusi, lobbysti e faccendieri.
Una Europa cavillosa e bucolica si tronfia, si gonfia, si indigna, poi si sgonfia, e infine tace.
Di fatto.
Settant’anni fa in Roma l’eccidio delle fosse Ardeatine: 335 morti ammazzati in una cava dalle SS reduci a loro volta da un attentato con 33 vittime/carnefici.
Un mondo distratto dalle angosce del quotidiano è forse troppo distante dal filo logico che unisce fatti e storie apparentemente distanti e invece, paradossalmente, indissolubilmente legati da una sottile linea rossa, dalla natura umana che in alcuni casi diventa bestia che tutto vuole, animata dalla insaziabile fame di proprietà.
“Proprietà, tutto per la proprietà” soleva dire a mensa, in marcia, in combattimento un solerte Sergente protagonista del libro “la sottile linea rossa”, appunto.
Sembravano lontani gli anni cupi di oscure trame e timori di un conflitto globale, l’ultimo.
Sembrava lontana, per sempre, la sottile linea rossa.
Roberto Loporcaro