La notizia della morte di una donna e il ricovero in gravi condizioni di altre due in una struttura privata sanitaria a Barletta deve porre qualche riflessione. Costoro erano lì per un esame gastroenterologico ed avevano assunto una sostanza prima dell’esame. La prima è morta, a seguire altre due. Shock anafilattico? Sostanza scadente? Sembra che questo presidio farmacologico fosse stato acquistato via internet. E sembra, sempre dalle prime notizie, che questo centro non avesse le autorizzazioni per operare. Trattasi ripeto, a poche ore dai fatti, di prime notizie e su questo indaga la magistratura.
Viene da chiedersi come mai questa signora si sia rivolta ad una struttura privata a pagamento, non convenzionata, senza autorizzazioni. C’è da pensare ad un problema di liste d’attesa.Se non nell’ospedale di Barletta, in altro della BAT , l’esame si poteva eseguire e certamente con maggiore sicurezza. Qualunque malore fosse intervenuto si sarebbe intervenuti tempestivamente con immediato ricovero in rianimazione.
Emergono quindi precise responsabilità della Regione Puglia nell’attuale prolungamento delle liste di attesa dovuto al depotenziamento dei servizi ambulatoriali ospedalieri e scarsi controlli su strutture private sorte in gran numero per rispondere ad una pressante ed aumentata domanda di diagnosi tempestiva. Per una colonscopia o gastroscopia non si può attendere mesi od anni perchè il tumore allo stomaco od intestino non aspetta.
Un esempio per tutti l’Ospedale Di Venere dove vi sono ottimi operatori che utilizzano un vecchio colonscopio datato oltre venti anni con il quale non è possibile eseguire l’esame a soggetti giovani. E continua ad essere unico e non sostituito. L’ambulatorio di gastroenterologia da lì è stato soppresso ed il medico ora esercita in una clinica privata.
Ancora una volta la solita tiritera dell’assenza dei soldi, tranne poi a spenderli in grande quantità per pessimi programmi di gestione dell’attività professionale dei medici, non regge perchè arrivano fiumi di soldi in Puglia.
Quindi queste pazienti sfortunate, vittime di cattiva pratica sanitaria lo sono anche, sempre in attesa di conferme, per responsabilità di chi governa la politica della salute dei cittadini pugliesi?