Sdegno e rabbia. Queste le reazioni alle parole di Andrea Masiello che, poche ore prima del suo arresto, ha ammesso davanti ai magistrati di aver segnato volutamente quell’autogol nel derby con il Lecce, negli ultimi cinque minuti, quando il risultato era 0-1 per il salentini. Lo fece per sicurezza, “per chiudere l’incontro”, usando le sue stesse parole, e intascare così i 300mila euro che gli erano stati promessi. Lo sdegno e la rabbia sono ovviamente i sentimenti che provano oggi i tifosi ignari, “puliti”, quelli che ancora pagano per andare allo stadio a sostenere la propria squadra del cuore, per soffrire, gioire o sperare con essa, “nella buona e nella cattiva sorte”. Non certo coloro che scommettevano contro e facevano pressioni sullo stesso Masiello, affinché il Bari perdesse. Le reazioni che si sentono in giro sono le più disparate. C’è chi, sul proprio profilo facebook, invita altri tifosi traditi a coalizzarsi in una class action contro calciatori e società per “farsi rimborsare almeno l’abbonamento”, chi vuole addirittura i “danni morali”. Chi, a partire dalla prossima domenica, non andrà più allo stadio. Poi ci sono i disillusi, e sono tanti, che semplicemente hanno smesso di credere in questo sport. È malato, dicono, “dopato” dai troppi interessi che vi girano attorno, a cominciare da quelli economici. Meglio il rugby, la pallacanestro. Su un punto sembrano tutti d’accordo: stando così le cose, con le prove di (almeno) un campionato falsato, truccato (basti pensare proprio alla vittoria del derby, con il quale la squadra giallorossa si “conquistò” la salvezza a scapito delle altre concorrenti, come la Sampdoria che finì retrocessa), meglio fermarsi, azzerare tutto e ricostruire questo sport dalle fondamenta, eliminando il marciume. Il problema è che non si ha ancora contezza di quanto estesa sia la cancrena, visto che proprio in queste ore stanno scattando nuovi arresti. Tornando a Masiello, l’ex giocatore biancorosso ha detto di temere per la sua incolumità in carcere. Detenuto a Bari, con l’accusa di aver venduto il derby con il Lecce, l’odiata squadra rivale, segnando anche un autogol. Di certo è un destino, il suo, che nessuno gli invidia.
nicola papa