Sostenere l’idea della italianità in America è possibile. Finito da un pezzo il lungo pellegrinaggio che nel dopoguerra ha portato i nostri progenitori negli Stati Uniti alla ricerca di un posto di lavoro e di fortuna, della loro storia ne è rimasta una traccia indelebile. Tracce che si legano indissolubilmente a luoghi particolari, istituzioni e punti di riferimento che oggi, attraverso il passaggio generazionale gli italiani d’America si sono tramandati di padre in figlio. Manhattan e Brooklyn sono la location ideale che ha ispirato alcuni nostri giovanissimi talenti, a realizzare un progetto cinematografico sullo sfondo del Central Park, dell’Empire State Building, o ancora di ristoranti e pizzerie come I Trulli, Sfilatino Gourmet o Ribalta. Luoghi che sono i punti di ritrovo per italiani residenti all’estero o in visita in America. Di qui è nata l’idea di dar vita ad un cortometraggio dal titolo “L’amore corto”, che utilizza risorse italiane attraverso New York City, girato interamente tra luglio e agosto nella Grande Mela. Interamente autofinanziato, L’Amore Corto, produzione indipendente, vede fra le protagoniste Valentina Vincenzini, regista nata a Cefalù, e Francesca Cuccovillo, di Bari, nei panni della produttrice. Entrambe giovanissime così come l’intero cast di attori, rigorosamente composto da giovani italiani. L’amore corto racconta i sogni e i problemi di una giovane coppia di italiani a New York. La storia d’amore fra Giulia e Lorenzo, è infatti lo spunto per una ironica e divertente riflessione riguardo alcuni aspetti del vivere contemporaneo, intrecciandosi nelle difficoltà per i giovani nel progettare il loro futuro, del vivere in un paese straniero, del rapporto fra le aspettative e le reali possibilità di due giovani immigrati. Sullo sfondo del cortometraggio costruito sul canovaccio della commedia romantica, domina l’italianità, vista come una risorsa vincente, poiché se forse tutto non è possibile, possiamo quanto meno provare a vivere qualcosa di indimenticabile.
Massimo Pellicani