Maxi-schermo in piazza Cristoforo Colombo a Bari per assistere con il cuore in gola alla finale degli Europei. Parecchia la gente, c’ è chi da casa si è portato la sediolina per stare più comodo. Se fino a giovedì si respirava un’ aria di trepidazione e vittoria,ieri fin dall’ inizio della partita, con una squadra visibilmente stanca e fuori forma, lo spirito barese non è stato più lo stesso.
Parrucche tricolore, trucco sul viso e bandiere che fungono da mantelli/tubini come da tradizione; c’ è chi, più originale, si è colorato la faccia di nero in onore di Balotelli. Sangue barese non mente, tra le azzurre sventolano anche un paio di bandiere bianco-rosse. Un po’, forse, anche per l’ orgoglio di avere un barese DOC in Nazionale.
La sfiducia si respira pesantemente dopo il primo goal. Poi la seconda rete per la Spagna, la disperazione sul viso dei più accaniti. Eppure ci si lamenta poco, niente urla ed esclamazioni. Ci si continua a concentrare sulla partita. La piazza sembra entrare in empatia con un Prandelli consapevole ma posato all’ uscita di Thigao Motta: l’ Italia gioca in 10. Il tifosi qui mostrano tutta la propria sensibilità, rivolgendo commenti di solidarietà alle immagini di una squadra ormai affranta. Ma al terzo goal la piazza si svuota; molti, delusi, non vogliono assistere agli ultimi minuti di sofferenza della Nazionale.
La partita finisce 4-0. Inutile la chiusura al traffico di Corso Vittorio Emanuele in vista di eventuali festeggiamenti. Eppure c’ è qualcuno che, con le lacrime agli occhi, festeggia: un gruppo di giovani spagnoli, probabilmente studenti in Erasmus, si son goduti la vittoria in casa dell’ avversario. Le bandiere azzurre cercano (scherzosamente) di nascondere gli spagnoli trionfanti alle telecamere dei giornalisti. Entro in una bar, chiedo del vino: “Cosa festeggi? Sei spagnola? Se sei spagnola per te niente vino!”. La sconfitta brucia, ma ci si potrebbe consolare presto. Senza maxi-schermo, questa volta.
Ci vediamo alle prossime Olimpiadi.
Claudia Morelli