Il Coronavirus in Italia ha già colpito 219 persone compresi i 5 deceduti e i 3 guariti (aggiornato), la prevenzione diventa fondamentale dato che sono già diverse le regioni coinvolte, il contagio maggior è in Lombardia con 167 casi, 27 in Veneto (di cui 3 a Venezia), 18 in Emilia Romagna, 4 in Piemonte, 3 nel Trentino, 3 nel Lazio persone nel Lazio di cui due guarite (in particolare il ricercatore italiano proveniente proprio da Wuhan) e la coppia cinese è in via di guarigione, ma cosa si può fare ore per la prevenzione?
Annullate le manifestazioni sportive nelle due regioni più colpite da coronavirus comprese le tre gare di serie A Inter-Sampdoria, Atalanta-Sassuolo e Verona-Cagliari e quando si ferma il calcio significa che la situazione è giudicata davvero grave. Sono infatti arrivate le ordinanze regionali che vietano gli assembramenti di persone, chiudono cinema, musei e locali notturni, chiudono le scuole di ogni ordine e grado.
I divieti: l’ordinanza di Regione Lombardia e Veneto
Regione Lombardia, in relazione all’evolversi della diffusione del Coronavirus, ha predisposto una Ordinanza, firmata dal presidente Attilio Fontana, valida per tutto il territorio lombardo. L’ordinanza sarà efficace fino a domenica 1 Marzo.
Tra i provvedimenti previsti sono contemplati:
1) la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico;
2) sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per gli anziani ad esclusione degli specializzandi e tirocinanti delle professioni sanitarie, salvo le attività formative svolte a distanza;
3) sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura;
Qui il testo completo dell’ordinanza
Coronavirus Italia: la quarantena
In Italia sono 11 i comuni sottoposti a quarantena: Vò Euganeo, Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano, si trovano lodigiano e nel Veneto , i primi ad essere stati colpiti dall’emergenza coronavirus e dai relativi provvedimenti delle autorità per impedire la diffusione del virus.
Il ministero della salute ha stabilito infatti che è
“È fatto obbligo alle Autorità sanitarie territorialmente competenti di applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva, per giorni quattordici, agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID-19″. Insomma chi è stato a contato con persone infettate dal coronavirus in Italia deve essere isolato, lo stabilisce l’Ordinanza del ministro della Salute, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 22 febbraio e immediatamente in vigore.
Nell’Ordinanza inoltre è fatto obbligo a tutti gli individui che, negli ultimi quattordici giorni, abbiano fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità, di comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria territorialmente competente. Acquisita la comunicazione di cui al comma 2, l’Autorità sanitaria territorialmente competente provvederà all’adozione della misura della permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva ovvero, in presenza di condizione ostative, di misure alternative di efficacia equivalente”.
Consulta l’Ordinanza del Ministro della Salute del 21 febbraio 2020
Il CNR sul CoronaVirus
Secondo l’autorevole Cnr – Istituto di genetica molecolare “L’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva.
Il rischio di gravi complicanze aumenta con l’età, e le persone sopra 65 anni e/o con patologie preesistenti o immunodepresse sono ovviamente più a rischio, così come lo sarebbero per l’influenza. Il paziente deceduto rientrava quindi in una categoria a particolare rischio.
Il cittadino che ritenga di avere avuto contatti con persone attualmente poste sotto sorveglianza o che provenissero dalla Cina, soprattutto se manifesta sintomi influenzali, dovrebbe segnalarlo al 112 o al 1500 per essere preso in carico dagli operatori specializzati. Non serve correre al pronto soccorso né chiudersi in casa. Ricordiamo che al momento parliamo di un gruppo (cluster) di pochi casi localizzati e i cui contatti sono tracciati attivamente. Inghilterra, Germania, Francia hanno avuto episodi simili senza conseguenze. Non c’è un’epidemia di SARS-CoV2 in Italia. Il quadro potrebbe cambiare ovviamente nei prossimi giorni, ma il nostro sistema sanitario è in stato di massima allerta e capace di gestire efficacemente anche la eventuale comparsa di altri piccoli focolai come quello attuale. Quindi, ribadiamo, al di fuori dell’area limitata in cui si sono verificati i casi, il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale. Seguendo le elementari norme di igiene, soprattutto lavandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati, ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non lavate”.