Le librerie italiane sono in attesa dell’ultimo lavoro di Haruki Murakami, L’incolore Tsukuru Tazaki e i suoi anni di pellegrinaggio pubblicato con Einaudi. Il suo nome è legato a capolavori tradotti in tutto il mondo. Murakami, ottimo traduttore di testi in lingua inglese, risente l’influenza di Scott Fitzgerald, Kafka, Balzac, Shakespeare, Cechov. Lui che ha sdoganato il mondo interiore giapponese che, per stile e cultura, si cela dietro rituali e tradizioni che si fondono e contraddicono con la contemporaneità. L’autore del fortunato 1Q84 (dai richiami orwelliani), Norwegian Wood e Kafka sulla Spiaggia ha alle spalle quasi due milioni di copie vendute. Professore all’Università di Princeton negli anni ’90 ha mantenuto in ascesa la sua vena creativa e critica nei confronti del mondo nipponico pur non tradendo il suo intimo legame ma mostrandosi distaccato nei confronti della politica pro-nucleare del Giappone, soprattutto dopo il disastro del 2011 di Fukushima. Il suo isolamento volontario accredita il suo fascino e l’alone di mistero legato alla sua figura e ai suoi romanzi che continuano a vendere milioni di copie. Per L’incolore di Tsukuru Tazaki e i suoi anni di pellegrinaggio solo le prevendite on line su Amazon sono cresciute vertiginosamente. L’ultimo libro di Murakami, dal titolo degno di uno scioglilingua, prevede ancor prima della sua vendita già mezzo milione di copie vendute. E in Giappone si corre per creare eventi promozionali per l’attesa dell’ultimo libro. L’incipit già presagisce grandi emozioni con un protagonista che ricorda la propria giovinezza, un periodo della vita in cui pensava praticamente solo a morire. Non circolano altre curiosità, si attende con ansia la distribuzione in Italia. Già nel 2012 Haruki Murakami era nella rosa dei “favoriti” per il Nobel per la Letteratura. In lizza con Bob Dylan e il giornalista ungherese Peter Nadas, ma fu scalzato dal cinese Mo Yan. Che il 2013 riservi delle sorprese?
Giuseppina Raco