Questa mattina, significativa manifestazione di protesta dei commercianti baresi e della provincia che hanno simbolicamente deposto in un’urna le chiavi dei loro esercizi commerciali ormai definitivamente chiusi per la crisi economica o che chiuderanno a breve.
Un momento di grande tristezza e di altrettanta grande riflessione prendere atto che un città come Bari destinata al fallimento morale di una classe dirigente latitante sotto tutti gli aspetti, che non ha saputo creare i presupposti per arginare gli effetti di una crisi consentendo alla grande distribuzione di distruggere il piccolo commercio.
Un fenomeno inverso si è invece concretizzato nelle attività legate al gioco d’azzardo elevando Bari al 10 posto della graduatoria delle città dove maggiore è stato l’incremento degli introiti del gioco.
Mentre i negozi che hanno chiuso i battenti nello scorso anno, sempre a Bari, sono circa mille e forse più in controtendenza le sale gioco in più sono 144 con un incremento economico di circa il 70%, con tutte le conseguenze per le famiglie.
Questa è la democrazia e questa è la libertà secondo la politica che in questi giorni di aspra campagna elettorale si affanna nella speranza di agguantare il potere necessario per gestire quello che rimane di un Paese dove la gente non conta più nulla, dove agli elettori è stato persino negato l’ultimo dei diritti di giudizio sull’operato di coloro che una volta venivano eletti e non nominati dal benefattore di turno.
Oggi non servono più le lauree in materie letterarie, giurisprudenza, ingegneria ed altre specializzazioni perché le professioni anticrisi sono quelle legate al gioco e cioè sistemisti, progettisti software, tutti laureati esperti con buone capacità di problem solving.
In pochi anni gli addetti al gioco sono passati dalle sei mila unità del 2004 agli oltre 20 mila del 2012 e questo è l’unico dato positivo.
In tutto questo incremento del gioco d’azzardo naturalmente la parte del re leone la fa il nostro erario e quanti hanno collaborato ad introdurlo e renderlo legale, tant’è che la differenza sulla legalità è rappresentata solo dalla tangente che lo stato riscuote sulla pelle di chi gioca illudendosi di poter così risolvere i propri problemi di natura economica.
Lucio Marengo