Ennesimo gran bel concerto quello che ieri sera ha offerto l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari insieme al quintetto jazz Puglia Jazz Factory. Cinque maestri pugliesi, figli della nostra terra, hanno ripreso, grazie anche all’estrema duttilità dell’orchestra barese, la grande tradizione del jazz sinfonico.
La formazione composta da Mirko Signorile al pianoforte, Gaetano Partipilo al sax, Raffaele Casarano al sax, Marco Bardoscia al contrabbasso, Fabio Accardi alla batteria, diretta dal talentuoso Maestro Alfonso Girardo, ha proposto un repertorio di brani inediti, scritti dagli stessi musicisti, di notevole caratura musicale. Brani Fusion, Ballad, Blues e Jazz con sfumature Bossa, ben suonati dal quintetto e ottimamente armonizzati dall’Orchestra in un ensemble che ricorda tanto il Jazz Sinfonico anni ’50.
A questo punto la recensione dello concerto potrebbe seguire il suo naturale percorso di analisi tecnico-musicale, descrivendo nei dettagli i brani e le performances dei musicisti e dell’orchestra. Ma ieri sera lo spettacolo è andato oltre! Ha avvolto gli spettatori in un’esperienza emozionale davvero unica che merita di essere raccontata.
Più che un concerto, è stato un viaggio fra le intense suggestioni prodotte dalla musica e vissute dal pubblico.
Già dalle prime note del primo brano, Dreams, la sensazione che la serata sarebbe stata una vera e propria immersione in un mare di sogni, di emozioni e buoni sentimenti, si è rivelata ben presto certezza.
La pulizia del piano, l’ariosità degli archi, le vibrazioni profonde del contrabbasso, la sensualità dei sax hanno dipinto atmosfere bucoliche dove la tranquillità dei legni, l’elegia dei violini, la serenità dei violoncelli e dei contrabbassi, la maestosità degli ottoni, hanno avvolto lo spettatore in un immaginario fatto di paesaggi naturali sconfinati e profonde sensazioni di libertà.
La buona musica riesce sempre a donare sensazioni meravigliose e carezze per l’anima. E’ bastato chiudere gli occhi e respirare le note per allentare le pressioni di una giornata di lavoro magari impegnativa. Nel buio della sala, non è stato difficile concedersi momenti di profonda intimità con la grande musica proposta. E’ stato un susseguirsi di pensieri, ricordi, propositi, silenzi, in un intreccio di suoni e armonie capaci di riconciliare l’uomo con la propria anima e ridargli serenità, voglia di riprendere il cammino, con convinzioni diverse e animo rinnovato.
E’ il potere della musica, la magia delle note che riescono sempre a raccontare storie, incontri, promesse, addii. Sinfonie che da sole hanno il potere di diventare vere e proprie sceneggiature, in cui non è difficile ascoltare ora il vento, ora la poggia oppure sentirsi accarezzare dai raggi del sole, sotto un cielo azzurro, in campagna o in riva al mare, respirando frammenti di vita.
Una particolare menzione merita il pezzo “L’amico immaginario” scritto dal Maestro Casarano. E’ il racconto di una sofferenza vissuta dall’autore nell’assistere la nonna malata di Alzheimer, che non riconoscendo più nessun parente, amava dialogare con un “amico immaginario” che incontrava idealmente nella sua stanza. Un amico che ben presto è diventato suo marito, scomparso nel frattempo. Una storia toccante ben raccontata da una musica in grado di descrivere i dialoghi dell’irrealtà, in cui il dramma della follia, da disperazione diventa poesia a accettazione del reale.
Quello di ieri sera, più che un concerto è stato un momento intimo, catartico, in cui i buoni sentimenti vissuti hanno incontrato la freschezza di giovani musicisti pugliesi e la bravura dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari che mai come quest’anno ha saputo concedere alla Città grandi eventi e tanta musica di qualità.
Un incontro di anime belle, quelle del pubblico e dei musicisti, facilitato dalla generosità della nostra Terra, la Puglia, in grado di donare sempre ottimi frutti.
Antonio Curci