“Sì, la vedo l’uscita dalla crisi. Dipenderà molto da quello che riusciremo a fare”. E sono due. Dopo l’ottimismo di Mario Monti, sempre al Meeting di Cl, arriva quello di Corrado Passera. Una nota pubblicità di qualche tempo fa diceva: “L’ottimismo è il profumo della vita”, ma si sa, il profumo dura un attimo, è inafferrabile, non si vede… come, tutto sommato, l’uscita dal tunnel della crisi non la vedono i giovani di Cl che ieri avevano gridato verso Monti: “lavoro, lavoro!”. Ed hanno ragione. La disoccupazione, in particolar modo quella giovanile, in Italia non ha precedenti: 450mila giovani occupati in meno rispetto al 2007.
L’uscita dalla crisi non la vedono gli italiani: disoccupazione dilagante, stipendi bloccati, tasse asfissianti, carburante alle stelle, ecc. Eppure il ministro Passera ha detto: “Occorre trovare le risorse per abbassare le tasse” perché sono “una zavorra”. Bene, si trovino queste risorse e in fretta, ovviamente non laddove sono state già trovate e prelevate in passato, alias, non paghino sempre gli stessi.
L’uscita dalla crisi non la vedono neanche i sindacati.
La CGIL per bocca di Elena Lattuada, segretaria confederale, ha dichiarato: “Ci aspetta un autunno molto difficile. Faccio fatica a comprendere dove vedano l’uscita dalla crisi. I dati in nostro possesso, ma anche quelli di Confindustria, ci dicono tutto il contrario”.
Luigi Angeletti, della UIL, particolarmente stizzito dice “Non vedo spiragli positivi, dire che ci sono è una manifestazione di ottimismo necessaria, ma assolutamente infondata. La recessione si annuncia peggiore del 2012, peggiore anche delle stime che il governo aveva fatto”.
Raffaele Bonanni, segretario della CISL, pur con toni più moderati, afferma: “Spero che Monti abbia ragione, il Paese è in una situazione disastrosa e credo che la fine della crisi la vedremo solo quando tutti tireranno da una sola parte per affrontare i nodi che abbiamo di fronte”.
Infine, anche gli imprenditori non si lasciano incantare dalle parole di Passera e in risposta alla Fornero che nei giorni scorsi diceva: “Il governo ha risanato il Paese. Ora tocca alle imprese”, affermano, attraverso il presidente di Rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini: “Noi maciniamo eccome, nonostante fattori di competitività sfavorevoli”.
Insomma, si assiste a un rimbalzo di opinioni e responsabilità che al momento non convince gli italiani.
Antonio Curci