Perché accontentarsi del semplice “c’era una volta” e del rassicurante “e vissero felici e contenti”? Perché, invece, non andare ad esplorare il lato oscuro delle fiabe, cambiando punto di vista e guardando la vicenda dagli occhi del cattivo? D’altronde, come ci insegnano i Rolling Stones, si può addirittura provare comprensione per il diavolo. E allora: che si ribaltino gli altari!
Il cinema contemporaneo, alla continua ricerca del Nuovo, si è incamminato già da un po’ sul versante dark delle tranquillizzanti storie per bambini, rileggendole e (ri)creando (più o meno) originali chiavi di lettura. Così a parte autentici capolavori come Edward mani di forbici, si è cercato di introdurre languidi elementi come in Cappuccetto rosso sangue, o di trasformare il classico per eccellenza, Biancaneve e i sette nani, in un dark fantasy dal titolo Biancaneve e il cacciatore. Seguendo la scia dei sopracitati film, si arriva a Maleficent che altro non è che La bella addormentata nel bosco, vista dagli occhi magnetici della strega malvagia. La parte interessante di queste rivisitazioni risiede nel come i cattivi siano divenuti tali, e quindi diventa possibile conoscere l’altra faccia della medaglia (il dark side starwarsiano!) e capire le motivazioni alla base della deriva maligna.
In Maleficent, troviamo l’alata fata Malefica, interpretata da una spigolosa Angelina Jolie, che tradita dal suo amore umano Stefano, decide di imboccare la strada del Male, dando sfogo alla sua sete di vendetta. Il bersaglio di quel verde sentimento vendicativo è Aurora, figlia di re Stefano e futura “bella addormentata”: il sortilegio, che la condanna ad un sonno profondo, incomincia dal compimento del suo sedicesimo anno di età in seguito alla puntura del dito con l’ago di un arcolaio.
Prodotto dalla Disney, il film si discosta in parecchi punti dal classico del 1959, introducendo un’accattivante (e non banale!) variazione sul finale.
Giovanni Boccuzzi