Dopo il crepuscolare Cosmopolis incentrato sull’implosione del capitalismo, il regista canadese David Cronenberg torna dietro la macchina da presa dirigendo Maps to the stars.
Quattro storie inizialmente slegate si annodano nell’assolata Los Angeles, proiettando inquietanti ombre sul mondo apparentemente luminoso di Hollywood: Havana, un’attrice tormentata dal fantasma di sua madre; Stafford, un terapeuta che ostenta una «vita ricca e piena, costruita sulle ceneri» del proprio passato; Aghata, una ragazza con il volto sfigurato, tornata in città per fare ammenda dei suoi peccati; e Benjie, un attore tredicenne, esempio di una gioventù bruciata dal successo.
In Maps to the stars, David Cronenberg indaga ancora una volta sulle proprie ossessioni (il rapporto tra Macchina e Corpo) declinandole in senso lato. In questo film Hollywood è intesa come una lucente macchina, fabbrica di sogni in celluloide; mentre i quattro personaggi, ciascuno con le sue nevrosi e i suoi segreti, sono i corpi tormentati che dimorano all’interno della perfetta ed efficiente industria hollywoodiana.
Alla ricerca ossessiva di una propria identità libera da condizionamenti (nel film si citano i versi “su ogni carne consentita/ sulla fronte dei miei amici/ su ogni mano che si tende/ scrivo il tuo nome“ dalla poesia di Paul Eulard, Libertà), i quattro protagonisti di Maps to the stars sembrano anime perdute e destinate all’inferno, descritto come «un mondo senza narcotici», ma l’unica legge a cui dovranno rispondere è il dogma: the show must go on!
Nel cast oltre a John Cusack, Robert Pattinson e a Olivia Williams, spiccano Julianne Moore, vincitrice del premio per la migliore interpretazione femminile al festival di Cannes, e l’ottima Mia Wasikowska nel ruolo di Aghata.
Trailer su http://www.youtube.com/watch?v=d2PF_vxWtcM&hd=1
Giovanni Boccuzzi