Povero Letta, sembrava sicuro di se ma come era già nelle previsioni la direzione del PD nella riunione di ieri 13 febbraio ha dato corpo a quella che era un risultato già scontato. Il Governo voluto fortemente da Giorgio Napolitano e da questi palesemente protetto, è stato quindi battuto da colui che non aveva mai nascosto il suo vero obiettivo che era quello di insediarsi a Palazzo Chigi in tempi rapidi con una rottamazione della vecchia nomenclatura del PD messa in atto. Un S. Valentino che amaro che Letta sicuramente non festeggerà visto che in mattinata o al massimo nel pomeriggio si recherà al Quirinale a rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. Adempiuto questa procedura formale, si aprirà ufficialmente la crisi di Governo e Napolitano ha due soluzioni da adottare: o mandare Letta in Parlamento per un dibattito politico, oppure aprire subito le consultazioni con le forze politiche, dopodichè affidare direttamente a Matteo Renzi l’incarico di formare un nuovo governo che duri incarica possibilmente fino alla scadenza naturale, cioè al 2018. Si parla già di toto ministri, e quindi di ministri in pectore almeno nelle previsioni. 5 minustri toccherebbero al PD, 2 a Scelta Civica, 2 al NcD oltre ad Alfano vice Presidente del Consiglio ma senza deleghe. Fuori quota ma ci sarebbero anche Epifani,Realacci, ed altri meno noti, ma ripeto sono solo ipotesi che potrebbero trovare conferma entro pochi giorni, e non è escluso che possa apparire trai papabili anche il cognome del Sindaco di Bari Michele Emiliano.
Lucio Marengo