I vecchi detti sono sempre attuali ed anche a Matteo Renzi, a quanto pare ci sta tutto, visto l’epilogo di quello che potrebbe essere stata una farsa architettata a tavolino per sollecitare l’interesse sopito per la politica nazionale.
Il sindaco di Firenze ha deluso tutti i suoi simpatizzanti non perché ha perso ma per quello che ha dichiarato dopo aver appreso della sua scontatissima sconfitta, e cioè che sarà fedele a Bersani e quindi alla sua politica.
Che senso ha avuto allora tutta la sua battaglia, vera o presunta,contro l’incancrenito sistema di gestione della politica da parte della vecchia classe dirigente rappresentata proprio da Bersani? In verità ci aspettavamo la creazione di un movimento autonomo, pur dentro la coalizione di centro sinistra ma capace di esprimere una nuova generazione di giovani preparati e capaci per preparare quel sorpasso sperato alla vecchia nomenclatura che assieme ad altri è stata la causa dei guai economici dell’Italia.
I sondaggi accreditavano all’ipotetico possibile movimento post primarie di Renzi, una percentuale intorno al 25%, ma anche del 20% che in termini di conteggio dei seggi, proprio al suo nuovo movimento, ne avrebbe assegnati oltre cento, quindi diventare l’ago della bilancia della politica italiana, ottenendo così anche un forte ridimensionamento del movimento Cinque stelle di Grillo.
Bersani non canti vittoria prima di aver vinto perché porta male, e non speri che in caso di vittoria alle prossime elezioni politiche possa ricevere dagli elettori un’adesione plebiscitaria.
Lo ripeto,non siamo delusi per la sconfitta di Renzi, bensì per ciò che non ha detto e che non ha fatto, ma ci vogliono ancora cinque mesi e passata nei ricordi queste strane primarie, potrebbero esserci delle novità e noi proprio queste attendiamo.
Lucio Marengo