Si apre il maxi-processo Rinascita-Scott contro alcune potenti cosche della ‘ndrangheta calabrese, mercoledì 13 gennaio a Lamezia Terme in un’aula con capienza di un migliaio di persone.
Imponenti le misure di sicurezza dell’aula bunker della Corte d’Appello, realizzata nell’area industriale di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro.
Ingressi contingentati e separati per magistrati, giornalisti, avvocati e imputati. Due i perimetri di sicurezza previsti intorno all’edificio, uno al cancello d’ingresso e l’altro per accedere all’aula bunker. Fra i presenti, anche il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra.
Nell’enorme bunker, in linea con le normative anti Covid-19, verranno effettuati 150 collegamenti video in contemporanea con gli imputati in carcere.
I numeri del processo rappresentano diversi primati per gli ultimi trent’anni di lotta alla mafia: 438 capi di imputazione, 325 imputati, 913 testimoni d’accusa e 58 collaboratori di giustizia chiamati a deporre.
Come ha riferito ad Adnkronos il magistrato Nicola Gratteri, il procedimento “non è solo una pietra del muro contro la mafia ma è importante anche per comprendere l’evoluzione della ‘ndrangheta, che non fa solo estorsioni e usura ma che tesse rapporti con la pubblica amministrazione, con i cosiddetti colletti bianchi”. Infatti oltre ai membri delle cosche ‘ndranghetiste attive fra Vibo Valentia e Catanzaro, nel novero degli imputati per associazione mafiosa figurano personalità politiche di spicco come l’ex senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli e l’ex consigliere regionale del Partito democratico Pietro Giamborino. Anche in Germania, Svizzera e Bulgaria sono stati arrestati un ex senatore, un capo della polizia, consiglieri locali e uomini d’affari accusati di favoreggiamento verso la mafia.
Spesso sottovalutata dalla siciliana cosa nostra e dalla camorra campana, oggi la ‘ndrangheta calabrese è di gran lunga il gruppo criminale più potente in Italia e uno dei più ricchi al mondo. Uno studio del Demoskopita Research Institute nel 2013 stimava che l’organizzazione mafiosa fosse finanziariamente più potente di Deutsche Bank e McDonald’s messi insieme, con un fatturato ANNUO di 53 miliardi di euro.