Dopo la proiezione di Caro diario, un lungo e scrosciante applauso accoglie il regista Nanni Moretti, ospite dell’ultima master class del Bifest 2015 al Teatro Petruzzelli di Bari.
Leggendo il suo diario personale scritto durante le riprese di Caro diario, il regista ricorda: “Nell’estate del ’92 volevo fare un cortometraggio, utilizzando una troupe composta da poche persone, su di me che andavo in giro con la vespa per Roma. Pensavo – aggiunge il regista – di farlo vedere solo nel mio cinema, e invece nacque Caro diario, film realizzato con leggerezza e irresponsabilità proprio come quando giravo in super 8”.
“Si tratta di un film-diario, senza sceneggiatura ma girato con onestà – continua Nanni Moretti – pensavo fosse un film sbagliato che nessuno sarebbe andato a vedere, che si sarebbe dissolto come una bolla di sapone in quanto girato in modo approssimativo e disorganizzato”.
Durante la stessa estate, il regista stava trasmettendo nel suo cinema “Nuovo Sacher” la serie Heimat di Edgar Reitz, un film diviso in episodi proiettato in 13 settimana che “creò una dipendenza tra gli spettatori” e che Moretti consiglia “per tutti gli appassionati di cinema, di musica, di Germania, per tutti gli appassionati”.
“Mi sentivo zero in confronto alla grazia di Reitz” dichiara il regista di Caro diario, svelando di essere anche invidioso della bravura del regista tedesco.
“Caro diario è stato frutto della casualità – prosegue Moretti – mi presentavo impreparato i giorni delle riprese, e cercavo di colmare i buchi narrativi della sceneggiatura”.
Il critico francese Jean Gili, che ha intervistato Moretti durante la master class, ha ricordato che Federico Fellini apprezzava il regista di Palombella rossa definendolo il “Savonarola del cinema” e autodefinendosi al confronto un “papa corrotto”. A tal riguardo Nanni Moretti precisa: “Sono sicuro che Fellini non abbia mai visto un mio film, in quanto aveva un disinteresse totale nei confronti dei film degli altri. La sua dimensione di spettatore cinematografico era inesistente”.
“Le esperienze di spettatore hanno influenzato il mio lavoro” afferma il regista che ricorda come alla fine degli anni ’80 si stava verificando un “ritorno dell’importanza della sceneggiatura, in parallelo ad un ritorno all’accademismo”. Per reazione a questa tendenza, Moretti ha realizzato Palombella rossa, una storia raccontata “in maniera narrativamente libera”.
Dopo aver scritto da solo le sceneggiature di Palombella rossa, Caro diario e Aprile, Nanni Moretti per La stanza del figlio e per i film successivi, ha sempre scritto la sceneggiatura con altri collaboratori. “Scrivere una sceneggiatura è una traversata – spiega il regista – un’esperienza umana che è più piacevole fare con altre persone”.
Il regista, infine, spiega come mai passano diversi anni tra un film e l’altro: “Fare un film è un investimento psicologico ed emotivo. Non è un lavoro automatico – continua Moretti – e dunque occorre ricaricarsi quando si deve affrontare un nuovo progetto, partendo da un sentimento che poi diventa idea, appunto, soggetto e, per ultimo, sceneggiatura”.
Al termine della master class, il segretario generale della Fipresci Klaus Eder ha consegnato a Nanni Moretti il Fipresci 90 Platinum Award. Nella cerimonia conclusiva del Bifest, questa sera al Teatro Petruzzelli, il regista riceverà anche il Fellini Platinum Award per l’eccellenza cinematografica.
Giovanni Boccuzzi