L’ ultima parola sull’argomento è passata alla Procura di Trani che ha emesso la sua decisione, in seguito al polverone sollevato da una coppia pugliese, che attribuiva al vaccino la causa della malattia dei loro due figli ( oggi di 14 e 9 anni) entrambi malati di autismo.
Per i consulenti della Procura, però non c’è nessuna correlazione tra l’autismo e il sottoporsi al vaccino pediatrico trivalente contro morbillo, parotite e rosolia. Certo è che in ogni caso lo stesso staff di consulenti ha suggerito e in generale reputa opportuno che si sottoponga il bambino a esami ematochimici per avere un quadro completo dal quale poter evincere se le vaccinazioni possano creare o no dei rischi per la salute e per il sistema immunitario.
Dura, di contro, la critica rivolta alle linee guida dell’OMS, colpevoli, secondo gli esperti intervenuti, di disincentivare l’uso del vaccino nei pazienti colpiti da febbre alta o grave malattia,per esempio, senza soffermarsi sulla promozione di una corretta sicurezza vaccinale. Proseguendo, le linee guida peccherebbero di consigliare i vaccini solo per scongiurare quella malattia per la quale vengono somministrati non puntando sul principio di precauzione con una adeguata e preventiva raccolta delle condizioni fisiologiche e patologiche del bambino nei 40 giorni precedenti all’inoculazione del vaccino stesso. In relazione al caso per il quale è intervenuta la Procura di Trani, il PM Michele Ruggiero chiederà l’archiviazione dell’indagine per l’accusa di lesioni gravissime a carico di ignoti.
Roberta Loseto