Comprendiamo che il problema parcheggio in una città derivi anche dal suo background di pianificazione Urbanistica; in questo, inutile negarlo, vi sono buone speranze in quegli elettori che intenderanno assegnare le proprie preferenze al Candidato Sindaco con più nutrita esperienza in questo spinoso problema. Tuttavia, anche il nuovo Sindaco, chiunque egli (o ella) sarà, non potrà risolvere delle criticità legate a irrisolvibili situazioni preesistenti e, in ogni caso, poco potrà contro quella parte della cittadinanza che – al fine di risolvere il proprio problema – scarica sulla collettività approfittando della temporaneamente carente (e del resto capillarmente impossibile) vigilanza sul traffico.
Certo, il dovere di cronaca impone di rapportare il fatto così come rilevato, ma nella stesura di questo pezzo l’autore ha dovuto faticare e non poco per trattenersi – nel tessere la trama dell’articolo – da esternazioni talvolta poco eleganti talvolta insopprimibili anche da parte del cittadino mediamente munito di educazione ed educazione civica e, in virtù di questo, se residente a Bari sempre e comunque moderatamente adirato perlomeno con taluni propri concittadini, enti o privati poco importa.
Fatto stà che ieri in tarda mattinata se la sarà vista brutta il paziente soccorso da una autoambulanza del 118 proveniente dalla direzione via Pasubio e rimasta bloccata, per dieci paurosi interminabili minuti, su via Scipione l’Africano all’altezza della Gazzetta del Mezzogiorno.
Il motivo del tappo erano due bus AMTAB accodati e provenienti in senso opposto all’autoambulanza: i due mezzi erano infatti impegnati loro malgrado in una gimcana tra le auto in sosta in doppia fila, molte addirittura con nonni o genitori a bordo in attesa dell’uscita dei piccoli scolari da una adiacente scuola privata.
Dobbiamo rilevare come nella natura eccezionale dell’evento il fato c’abbia messo del suo nell’avere dal lato opposto alle auto in sosta anche piazzato – per mano di un altro intelligibile autista urbano – una utilitaria con il posteriore sporgente sulla careggiata che ha contribuito agli ingredienti del proverbiale “tappo” così formatosi.
Tra le proteste e dunque i clacson degli altri automobilisti in coda, le sirene spiegate dell’ambulanza ed in genere i rumori del traffico pre pausa pranzo, il paziente a bordo del veicolo sanitario se la sarà vista davvero brutta mentre, rileviamo, alcuni automobilisti a bordo delle auto in doppia fila tranquillamente guardavano dall’altra parte, nel vuoto, come a dire: tant non jè ammè.
Avanti e indietro, gira e manovra, alla fine l’abilità degli autisti pubblici ha avuto la meglio mentre qualche soggetto in doppia fila, forse disturbato dal baccano, accennava qualche manovrina di maggior accostamento per favorire per quanto ormai possibile gli spazi di manovra e disimpegno dei mezzi pubblici .
In tutto ciò un redattore di Made in Italy Notizie, per solo dovere di cronaca, dopo qualche foto pensava al titolo dell’articolo già sapendo di doversi confrontare con la vicina e sempre attenta redazione del principale quotidiano cartaceo cittadino e dunque:
non succede, ma se succede…
Roberto Loporcaro