Il programma “Le Iene” più volte affronta il tema di una nuova terapia per la sclerosi multipla. Trattasi del metodo Zamboni che consiste nell’introduzione di un palloncino nelle vene giugulari. In un primo momento molti pazienti intervistati sostenevano di avere avuto immediato giovamento, altri, la maggioranza ,avevano miglioramento ma quasi tutti dopo dieci mesi avevano un peggioramento. Trattandosi di malati giovani erano ottimisti e speravano nella sperimentazione. Tale procedura non è stata autorizzata dal Ministero della Salute nonostante promesse fatte da anni.
Trattasi come al solito di una tecnica poco costosa che non regge col costo notevole di farmaci e che fa bene alle multinazionali e poco ai pazienti. Dice quello che “quando si pensa male si fa peccato ma si azzecca la verità” e nel caso in questione sembra la solita storia vista con Di Bella o altre terapie alternative fatte contro il cancro.
La guarigione è l’obiettivo da raggiungere ed è il primo comandamento per il medico a patto di non nuocere. L’etica non consiste solo nell’uso di farmaci approvati ma anche nell’arte del medico. Il foglietto illustrativo limita l’azione del medico. E se fosse sempre così non si sarebbe scoperta l’azione antitrombotica dell’aspirina, il cui uso in questo senso ha prevenuto milioni d’infarti e quindi ha salvato numerose vite umane.
Altri esempi come l’uso del bicarbonato nei tumori con l’alcanizzazione del sangue sembra dare buoni risultati ma a nessuno interessa sperimentare. Una confezione di bicarbonato costa pochi euro, un buon chemioterapico intorno ai duemila euro.
L’onestà, l’etica e la passione del medico, sia chiaro, non vengono meno con l’uso pedissequo dei protocolli o schemi terapeutici ricavati dai grandi numeri. Ma come mettere d’accordo quando davanti hai un individuo con la sua reattività unica alle cure?
Il tema è complesso e ci si rifugia accogliendo acriticamente il verbo della ricerca che viene dagli Stati Uniti. I nostri studiosi sempre ai margini della ricerca non hanno coraggio. Difficilmente spunterà qui in Italia gente di altri tempi come Pende o Golgi, ere in cui si era più liberi nel giudicare novità che cambiavano la storia della Medicina.
L’esempio Zamboni è emblematico a proposito. Un povero chirurgo vascolare può aver intuito una nuova strada per la cura di una terribile malattia? A voi la risposta che leggete , sempre se concordiate con queste riflessioni.