Alle prime ore di ieri mattina, personale della Aliquota Operativa della
Compagnia Carabinieri di Barletta, ha dato esecuzione a due ordinanze di
custodia cautelare in carcere nei confronti di COLAFRANCESCO Matteo 39enne
di Monte Sant’Angelo (FG), sottocapo 1^ classe della Marina Militare e
COLAFRANCESCO Giuseppe, 49enne, censurato, domiciliato in Rutigliano (BA),
perché ritenuti responsabili, unitamente ad altri soggetti indagati, dei
reati di: concorso in detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di sostanza
stupefacente del tipo marijuana reati commessi a Trani (BT), Monte
Sant’Angelo (FG), Manfredonia (FG) e Brindisi da aprile a novembre 2013.
Concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso commessa in
Trani dal Maggio 2014 a Settembre 2016.
La misura restrittiva in carcere, disposta dal GIP del Tribunale di Bari, su
richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, compendia le
risultanze investigative relative ad un importante traffico di sostanze
stupefacenti del tipo marijuana, posto in essere dai fratelli Colafrancesco
portato avanti dal 2013 al 2016. Ancora, nel provvedimento viene
dettagliatamente illustrata la manovra estorsiva condotta dai due fratelli
in pregiudizio di un loro acquirente, COLANGELO Luigi, il quale non aveva
ottemperato al pagamento di una consistente partita di droga. Quest’ultimo,
unitamente ai due fratelli di Terlizzi (BA), BALDASSARRE Gioacchino e
Vincenzo, faceva parte di un autonomo sodalizio criminale dedito
all’attività di narcotraffico nel Comune di Monte Sant’Angelo.
A fondamento dell’impianto accusatorio vi sono le dichiarazioni di più
collaboratori di giustizia. La stessa vittima delle pretese estorsive e suo
padre, con le loro propalazioni, corroboravano ampiamente il quadro
indiziario complessivo.
Le indagini condotte dall’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di
Barletta hanno riscontrato, mediante attività di intercettazione,
l’esecuzione di pedinamenti e di videoriprese, le dichiarazioni dei citati
collaboratori, consentendo di documentare come i Colafrancesco, i quali in
area garganica vantano qualificate reciprocità con esponenti della locale
criminalità organizzata, avessero a più riprese rifornito il sodalizio
criminale del COLANGELO e dei fratelli BALDASSARRE, con ripetute cessioni di
rilevanti partite di marijuana, quantificabili complessivamente in circa
2.300 kg. Proprio il mancato, completo pagamento di una di queste partite
di droga da parte del Colangelo, causato dalla detenzione del medesimo,
aveva indotto i fratelli Colafrancesco a minacciare reiteratamente di morte,
con il ricorso ad una fraseologia tipica dei componenti delle organizzazioni
mafiose, il padre del predetto Colangelo. Emblematiche erano alcune
autoeloquenti affermazioni del tipo: “dalle nostre parti uccidiamo per una
mucca figurati per i soldi” o ancora “Ma lo sai come funziona? Non te lo
voglio manco dire hai capito? Non te lo voglio manco dire che sono cose
brutte”. Tanto al chiaro fine di indurre l’anziano genitore del debitore
insolvente ad onorare il consistente debito contratto.
L’indagine coinvolge altre 5 persone rimaste indagate in stato di libertà. A
formalità di rito ultimate COLAFRANCESCO Matteo è stato associato alla Casa
Circondariale Militare di Santa Maria Capua Vetere ed il fratello Giuseppe
alla Casa Circondariale di Bari.