Oggi, domenica 16 novembre, il Papa si è affacciato alla finestra che da su Piazza San Pietro in Vaticano e ha recitato l’Angelus Domini in presenza di tutti i fedeli. Il Papa ha spiegato la parabola dei talenti, tutto il patrimonio che “il Signore ci affida, non solo da custodire”. Tutto ciò che abbiamo ricevuto è per dare agli altri. La parabola ci insegna a non nascondere la nostra fede. Il Papa ha invitato alla prudenza sulla strada nella giornata del ricordo delle vittime della strada. Tra i brani letti dal Santo Padre, riportiamo il seguente: “L’uomo della parabola rappresenta Gesù, i servitori siamo noi. E i talenti sono il patrimonio che il Signore affida a noi. Qual è il patrimonio? La sua parola, l’eucaristia, la fede in un padre celeste, il Suo perdono… insomma tante cose, tutti i suoi beni più preziosi. Questo è un patrimonio che Lui ci affida, non solo da custodire ma da far crescere. Nell’uso comune il termine ‘talento’ indica una spiccata qualità individuale ad esempio talento nella musica, nello sport, ecc. Nella parabola i talenti sono i beni del Signore che Lui ci affida perché facciamo fruttare. La buca scavata nel terreno dal servo malvagio indica la paura del rischio che blocca la creatività e la fecondità dell’amore. Perché la paura i rischi dell’amore ci bloccano! I beni che noi abbiamo ricevuti sono per darli agli altri e crescono. Come se gesù dicesse: ‘Eccoti la mia misericordia, eccoti la mia tenerezza, il mio perdono, prendili e fanne largo uso!’ E noi, che cosa ne abbiamo fatto? Quante persone abbiamo contagiato con la nostra fede? Quanto amore abbiamo condiviso? Sono domande che ci farà bene farci. Qualunque ambiente anche impraticabile può diventare luogo dove far fruttificare il talento. Non ci sono situazioni o luoghi esclusi. La testimonianza che Gesù ci chiede non è chiusa è aperta dipende da noi. Questa parabola ci sprona a non nascondere la nostra fede e la nostra appartenenza a Cristo, a non seppellire la Parola del Vangelo ma a farla circolare nella nostra vita, nelle relazioni concrete come forza che mette in crisi, che bonifica e rinnova. Così pure il perdono che il Signore ci dona, non teniamolo chiuso ma lasciamo che faccia cadere i doni che il nostro egoismo ha innalzato e portino a fare il primo passo nei rapporti bloccati, riprendere la comunicazione e il dialogo ecc… Fare sì che questi doni, questi talenti, vengano per gli altri, crescano, diano frutto con la nostra testimonianza. Oggi sarebbe un bel gesto che ognuno di voi prendesse il vangelo a casa, il Vangelo di San Matteo capitolo 25 versetto 14-30. Rileggere, meditare un po’: i miei talenti, le mie ricchezze, come faccio che crescano negli altri? Il Signore non dà a tutti le stesse cose allo stesso modo. Ci conosce personalmente e ci affida quello che è giusti per noi. Ma in tutti c’è la stessa immensa fiducia. Dio si fida di noi, Dio ha speranza in noi e questo è lo stesso per tutti. Non deludiamolo, non lasciamolo ingannare dalla paura ma ricambiamo fiducia con fiducia. La Vergine Maria incarna questo atteggiamento nel modo più pieno. Ella ha ricevuto il dono più sublime, Gesù e lo ha offerto all’umanità con cuore generoso. A Lei chiediamo di aiutarci ad essere servi buoni e fedeli per partecipare alla gioia di Nostro Signore”. Dopo la Benedizione e i saluti a tutte le confraternite presenti questa domenica, Papa Francesco ha ricordato alcuni appuntamenti per la prossima domenica 23 novembre: Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell`Universo, alle 10.30 in piazza San Pietro, il Papa celebrerà la messa con il rito di canonizzazione dei beati: Giovanni Antonio Farina (1803-1888); Kuriakose Elias Chavara della Sacra Famiglia (1805-1871); Ludovico da Casoria (1814-1885); Nicola da Longobardi (1650-1709); Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore (1877-1952), Amato Ronconi (ca 1226-ca 1292). Lo rende noto un comunicato dell`ufficio delle celebrazioni liturgiche.
Federica Cirillo