Protagonista della grottesca quanto sconcertante vicenda, un artigiano edile di Lugo in provincia di Ravenna, anch’esso coinvolto come tanti, troppi cittadini in questa crisi. Il piccolo imprenditore fa fatica a pagare l’affitto del proprio appartamento ed accumula un debito di 1938 Euro per il mancato pagamento del canone di locazione per il periodo intercorrente fra Ottobre 2013 e Gennaio 2014.
Arriva così l’intimazione a pagare da parte del proprietario, ed ecco che a febbraio l’artigiano – sposato e con due figli – si reca in banca ed effettua il bonifico per la somma dovuta. Non sapendo o non pensando però che l’istituto di credito si sarebbe poi trattenuto 3 Euro, sotto forma di spese e commissioni. Tradotto – è proprio il caso di dirlo – in soldoni, ha sborsato 1935 Euro invece dei 1938 che avrebbe dovuto pagare per estinguere completamente il proprio debito.
Tre Euro che hanno costituito – e qui sta l’assurdità della vicenda, oltre che la pietra dello scandalo e della vergogna – una ragione valida per un giudice per intimare la sentenza di sfratto esecutivo, prevista per il prossimo 20 aprile. Ovvero, per chi non lo sapesse, esattamente il giorno di Pasqua!Insomma, nella repubblichetta delle banane non ci facciamo mancare proprio niente, visto che accade anche questo: tutto stavolta per colpa (o per merito, fate voi….) di un giudice che evidentemente al posto del cuore, ha una pietra perchè non sa o non vuol sapere, cosa significhi doversi barcamenare con la crisi!
Intanto al giudice, che per la miseria di 3 Euro si è assunto la responsabilità di mandare in mezzo ad una strada un’intera famiglia, possiamo solo dirgli di vergognarsi per ciò che ha fatto e di mettersi anche solo per un istante nei panni di quelle persone che grazie a lui adesso non avranno più un tetto sotto cui ripararsi! Prendersela con i deboli e gli indifesi, guardandosi bene dal colpire invece i forti ed i prepotenti.
Massimo Pellicani