Fabiano Caruana vince in modo assai convincente il Torneo dei Candidati, tenutosi a Berlino dal 10 al 28 marzo fra gli otto migliori giocatori del mondo, e diventa il primo scacchista italiano a sfidare il Campione in carica per il titolo. In realtà Caruana gioca per la federazione statunitense, essendo nato a Miami sebbene abbia genitori e nonni italiani. In realtà Fabiano ha giocato in Italia dal 2005 al 2015, e sotto l’egida della Federazione Italiana, ha colto alcuni dei traguardi più significativi della sua carriera. Poi, il ritorno in America, determinato forse dal ricco ingaggio annuale, o forse dal migliore sostegno, che la federazione d’oltreoceano poteva garantirgli. Questo, però, nulla toglie al nostro legittimo orgoglio nazionale. Così, il prossimo novembre, il nostro sfiderà in un match di 12 partite (più eventuali spareggi) il Campione del Mondo in carica già dal 2013, il norvegese Magnus Carlsen.
Come americano, Caruana è il secondo nella storia degli scacchi moderni, a giungere a questo traguardo. Prima di lui il mitico Bobby Fischer, che nel 1972, nel pieno del clima della Guerra Fredda, in un match che ebbe una straordinaria risonanza mediatica, aveva strappato al russo Boris Spassky il titolo iridato, interrompendo la incontrastata supremazia detenuta dai sovietici sin dal dopoguerra.
Gli italiani, invece, sono stati per troppo tempo lontani dai vertici dello scacchismo internazionale. Più precisamente nel periodo fra il XVI ed il XVII secolo, quando i giocatori italiani come Leonardo da Cutro e Gioacchino Greco, erano più o meno ritenuti i più forti del Mondo. Ovviamente, all’epoca non esisteva ancora un’organizzazione sportiva come quella contemporanea e quindi non si può parlare di proclamazioni ufficiali. Il primo titolo del Mondo fu assegnato universalmente nel 1886, all’austriaco Wilhelm Steinitz, vincitore del match contro il polacco Johannes Zukertort. In seguito il titolo venne gestito su basi privatistiche, basandosi su sfide dirette, senza nessuna forma di qualificazione. Questa prassi fu mantenuta sino al 1946, quando, essendo deceduto il Campione in carica, il russo Alexander Alekhine, il titolo venne assegnato con un torneo fra i cinque giocatori più forti del momento, che fu vinto dal sovietico Mihail Botvinnik. Da allora in poi la Federazione Scacchistica Internazionale (FIDE) istituì un rigido sistema di qualificazioni.