E’ assordante il grido disperato della povera gente!
La crisi economica, come un cancro, ha divorato tutti e tutto, diventando purtroppo crisi di valori. La precarietà, la disoccupazione, i licenziamenti hanno consacrato il dio denaro che da essere strumento al servizio dell’uomo è diventato il fine ultimo di ogni scelta politica ed economica.
Il dio denaro ha prodotto con i suoi anatemi speculazioni finanziarie violente, suicidi di imprenditori, corruzione e usura. La crisi della politica è la diretta conseguenza di un uso disumano e scellerato del danaro.
La crisi dei partiti, poi, è crisi di credibilità. Essa ha scavato caverne profondissime nelle fondamenta delle organizzazioni politiche esistenti che rischiano di crollare per mancanza di pilastri saldi e consegnare masse di elettori delusi a quella che da più arti viene definita “antipolitica”.
E’ comprensibile quindi la risposta disperata del mondo del lavoro sul quale grava un pesantissimo fardello. La dignità violata dei lavoratori e dei pensionati, sulle cui spalle si sta consumando la crisi, grida vendetta.
La politica deve tornare a guardare all’uomo, ai suoi bisogni e ridare al danaro la sua giusta dimensione. Coloro che sono chiamati ad amministrare Città e Paese devono uscire dai “palazzi”, dalle segrete stanze e farsi amministratori di “prossimità”, nel senso più sacro della parola: vicina al prossimo, vicina al cittadino.
E’ tempo di pensare alla politica come “politica dello straccio”. Lo straccio è un oggetto umile, che si consuma a causa del lavoro, ma che produce effetti incredibili: con uno straccio è possibile pulire e lucidare la nostra casa comune. Uno straccio è un oggetto domestico al servizio dell’uomo e della famiglia grazie al quale è possibile sanare l’ambiente in cui si vive ogni giorno.
Con uno straccio si può pulire la nostra Città e renderla più vivibile per tutti; con uno straccio si può lucidare e ridare lustro e lucentezza alla nostra Città, riconsegnandole l’onore che merita.
Bari è la “porta d’Oriente”, il punto di contatto tra l’Oriente e l’Occidente; il suo centro storico è uno scrigno che contiene una ricchezza storico-artistica di prim’ordine.
Uno straccio però può anche essere tela sulla quale può diventare possibile dipingere, con i colori delle vite dei cittadini, il quadro meraviglioso del futuro della Città e del Paese.
La politica dello straccio. Questa deve essere la missione di chi sarà chiamato a servire con umiltà e tanto lavoro la casa di tutti i cittadini.
Antonio Curci