Nel corso della mia esperienza parlamentare sono stato componente della Commissione d’Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti e sulle attività illecite ad essa connesse, composta da senatori, deputati, esperti consulenti ed anche una magistrata. Di solito i documenti ed i verbali dei sopralluoghi venivano in gran parte secretati senza che si avesse la possibilità di poterli consultare, ed anche a distanza di anni, in occasione di eventuali ricerche, non è stato mai possibile venirne a conoscenza e solo qualcosa è possibile ricordare a memoria. Mi sono sempre chiesto a cosa servisse una commissione d’inchiesta che non poteva rendere pubblici contenuti delle inchieste, spesso importanti come quelle appunto sulla destinazione di eventuali rifiuti italiani ritrovati dalla nostra Commissione persino nelle profonde miniere di sale potassico a Lipsia (ex Germania est), oppure la tragica situazione del comune di Premariacco in Friuli dove già allora gli episodi di forte inquinamento sono passati inosservati così come nel comune di Balangero in provincia di Torino, sede della grande miniera di amianto, i cui residui avvelenavano intere popolazioni.Per avere una visione più o meno completa bisognerebbe andare a ritroso nel tempo, affidarsi alla memoria e chiedere conto almeno di alcune inchieste rimaste probabilmente nei cassetti o fatte eventualmente sparire e che non sono mai state pubblicate. Sui rifiuti c’era e c’è ancora molto da dire, ma a che servirebbe se le inchieste iniziano e non terminano mai? Nessun riferimento ad una Magistratura disattenta ma i fatti sono purtroppo questi. Quindi il Consigliere Regionale Amati se vuole apprendere qualche notizia utile, può farlo sul sito internet della Camera dei Deputati con riferimento alla Commissione, della quale faceva parte anche l’On. Ermanno Jacobellis, presidente del Tribunale di Matera.
Lucio Marengo