In occasione del convegno dedicato alle “medicine integrate informazionali”, per le quali sono state presentate le linee guida del “Nuovo paradigma in Medicina”, è stata anche annunciata la nascita dell’ Università internazionale “Giordano Bruno”, diretta da Ervin Lazlo
Un importante appuntamento per il mondo della Medicina si è tenuto mercoledì 1 e giovedì 2 maggio a Stresa (VB), dove medici e ricercatori scientifici hanno partecipato a un convegno organizzato dalla NAMO® – Natural Advanced Medicine Organization dedicato alle “medicine integrate informazionali”. Al termine della due giorni di dibattiti e interventi è stato presentato il “Manifesto del Nuovo Paradigma in Medicina” alla base della nascita dell’Università internazionale “Giordano Bruno” diretta da Ervin Lazlo, Presidente del Club Internazionale di Budapest e due volte candidato al Premio Nobel.
Durante l’evento particolare attenzione è stata riposta non solo nella definizione del nuovo paradigma in Medicina, che si confronta attivamente e collabora con la Fisica teorica e quantistica, la Psicologia e la Psicosomatica, ma anche nella differente interpretazione del concetto di sintomo della malattia, come ha fatto notare Alessandro Pizzoccaro, imprenditore nel settore farmaceutico e fondatore della più importante azienda italiana nel settore delle medicine biologiche, durante il suo intervento: «Troppo spesso l’atteggiamento riguardo al sintomo è: eliminato il sintomo, eliminato il problema: tutti sappiamo che esiste una realtà più vera, più complessa, più profonda ma in effetti questa è la regola nella prassi medica occidentale che, per di più, identifica il sintomo con la malattia. Lo stesso atteggiamento culturale è stato forzatamente inculcato nei pazienti, che ovviamente sono nell’impossibilità di opporsi al pensiero dominante, e che quindi tendono ad intervenire sulle malattie solo quando esse sono ormai conclamate». Da questo congresso è emerso come esista invece una corrente di pensiero e di prassi medica che interpreta i sintomi in modo differente: il sintomo viene considerato non solo un disturbo ma soprattutto rappresenta un campanello d’allarme, una spia rossa, il messaggio di un disagio, di un disequilibrio di natura fisica, cognitiva o emozionale molto più ampio, che va preso in carico anche e soprattutto in modo preventivo. Prosegue Pizzoccaro: «Obiettivo primario del medico dovrebbe essere capire che cosa ha generato quel segnale, quell’epifenomeno. Impedendo al sintomo di manifestarsi compiutamente, troncando un normale processo fisiologico, si rischia di respingere la causa di quel disagio più in profondità, risolvendo il problema nell’immediato, ma col forte rischio che in seguito il disequilibrio organico che ha generato il sintomo e che non è stato risolto ma solo mascherato si manifesterà in modalità più aggressive magari sotto altra forma, con un altro sintomo magari in un altro distretto organico». Le patologie del paziente, secondo il nuovo paradigma della medicina informazionale, entrano così in relazione con tutte le altre dimensioni dell’esistenza quotidiana, presente e passata, del paziente.
Molti gli interventi d’interesse che hanno coinvolto e informato la platea, tra essi quello del Prof. Pier Mario Biava, medico e ricercatore dell’Istituto di Ricovero e Cura di Carattere Scientifico IRCCS Multimedica di Milano, che ha illustrato la ricerca del proprio team sui fattori di differenziazione delle cellule staminali quali agenti di controllo nelle patologie degenerative: in alcuni tipi di tumore, è possibile – come dimostrano le più recenti ricerche pubblicate su riviste scientifiche internazionali, “riprogrammare” le cellule staminali, invece che annientarle, e ciò rappresenta una pista di ricerca di assoluta avanguardia in tema oncologico.
Durante i differenti interventi degli esperti che hanno animato il convegno, provenienti da istituti di ricerca scientifica italiani, svizzeri, francesi, ungheresi e di altri paesi d’Europa, è emerso, quale elemento fondamentale del nuovo paradigma della medicina informazionale, la necessità di una maggiore integrazione tra corpo, mente e spirito. Secondo questa nuova ottica di lettura della complessità medica, la malattia viene considerata come un “disequilibrio informativo” all’interno dell’organismo, e partendo da tale concetto, diventa necessario creare una nuova figura di terapeuta che sappia avere un approccio diverso al paziente, molto più ad ampio spettro ed integrato. Gli interventi farmacologici tradizionali, le medicine complementari di origine biologica e gli interventi non farmacologici – scientificamente validati – possono integrarsi e intervenire armonicamente sull’individuo tenendo conto dell’intera rete informativa che regola il buon funzionamento del corpo umano e dell’inscindibilità tra mente umana e organismo biologico.
Il Manifesto del Nuovo Paradigma in Medicina è anche alla base della nascita della nuova Università internazionale “Giordano Bruno”, un’Istituzione basata sul web, che terrà i suoi corsi online grazie a un’ambiziosa piattaforma telematica per la connessione video a distanza, con l’obiettivo di preparare i nuovi medici a questa innovativa concezione di salute. La prima Facoltà ad essere attivata sarà proprio quella di Medicina, il cui atto fondativo è coinciso con il convegno di Stresa e con l’enunciazione del Manifesto. L’università metterà in pratica un metodo innovativo, transdisciplinare, orizzontale, non gerarchico, che affiancherà alla formazione tradizionale quella basata su nuovi strumenti tecnologici informatici. Alla nuova Università si assoceranno migliaia di scuole, dislocate in tutto il mondo, che diventeranno licenziatarie dei 21 programmi accademici formulati dalla Giordano Bruno University, e che permetteranno l’accesso a tutti gli studenti, anche quelli meno abbienti, che fino ad ora non avevano accesso all’istruzione di alto livello.
Andrea FERRO – Ufficio Stampa GUNA