PUGLIA – Martedì 29 agosto, un gruppo di 18 ragazzi australiani si è spostato per Barletta, con l’intento di visitare il sito archeologico appena inaugurato di Canne della Battaglia. Tuttavia, il gruppo ha dovuto rinunciare, perché il Parco archeologico è aperto solo dal giovedì alla domenica per 9 ore.
“Sono andati via e sono dovuti tornare due dopo giorni per finalmente visitare il Parco “, come testimonia Giuseppe Distato, il direttore dell’hotel che li ha ospitati. “Se non avessero avuto tutto questo interesse, li avremmo persi”: denuncia, amareggiato, la scarsa promozione del territorio.
Miranda Carrieri, la direttrice del sito in questione, afferma che vi lavorano solo cinque dipendenti. “Due di loro sono a tempo determinato, siamo riusciti a strapparli al ministero dei Beni culturali attraverso la sua società in house Ales-Arte lavoro e servizi spa, ma a ottobre andranno via”, ha proseguito.
Se la Puglia, nell’estate 2017, ha registrato un boom di fatturato e turisti nelle zone balneari, tra matrimoni extralusso e visite importanti come quella della star Madonna, il turismo culturale è venuto meno. Nei musei e nei siti archeologici il personale scarseggia ovunque e, pertanto, si lavora a giorni alterni. Stando alla dotazione organica decisa tramite un decreto ministeriale nel 2016, gli assistenti necessari alla fruizione e vigilanza dovrebbero essere 121, distribuiti fra i 13 siti regionali gestiti dal Mibact (cos’è il Mibact?).
Matteo Scagliarini, il coordinatore Fp Cgil Puglia dei beni culturali, riflette sulle nuove generazioni. “La media dei dipendenti è di 58-59 anni. E questo vuol dire che bisogna far presto con le nuove assunzioni”.
“A Copertino – specifica il coordinatore – l’apertura del castello è prevista soltanto la mattina. E nei giorni festivi resta chiuso. Sono solo quattro le unità di personale”. Al Museo Jatta di Ruvo di Puglia vi lavorano tre operatori, due dei quali andranno in pensione il prossimo anno. Al castello di Gioia del Colle operano cinque assistenti, al Parco di Monte Sannace persino due. “E quando ci consegneranno il castello svevo di Bari, non sapremo come fare perché non potremo garantire la gestione in sicurezza del primo piano”, termina Scagliarini.