Renzi propone a Berlusconi l’Italicum, la sua proposta di riforma elettorale che però entrerebbe in vigore fra 12 mesi. La mediazione fra il premier e il capo di Forza Italia è stata affidata a Denis Verdini e Gianni Letta.
In sostanza l’Italicum si baserebbe su un proporzionale con premi di maggioranza al 37% dei voti, soglie di sbarramento, circoscrizioni provinciali e doppio turno. Dovrebbero rientrare anche la norma “salva-Lega” e le candidature multiple in non più di 3-4 collegi.
La proposta di Renzi ha come base il sistema elettorale spagnolo, opportunamente rimaneggiato per consentire un accordo fra i partiti italiani. Il sistema elettorale Italicum dovrebbe basarsi su un proporzionale che consentirebbe la distribuzione dei seggi in proporzione al numero dei voti ricevuti con la differenza che il calcolo sarebbe su base nazionale e non provinciale come avviene in Spagna. Questo a tutela dei partiti più piccoli che con un calcolo su base nazionale non sarebbero troppo penalizzati. Ad ogni buon conto, per evitare il proliferare di piccoli gruppi politici e quindi per consentire una migliore governabilità alla coalizione vincente, la proposta di Renzi prevederebbe delle soglie di sbarramento: il 4,5% per i partiti in coalizione, l’8% per i partiti non coalizzati e il 12% per le coalizioni. Dovrebbe essere prevista la cosiddetta norma “salva Lega” che prevederebbe la promozione in Parlamento per quei partiti che ottengono il 9% in almeno tre regioni italiane.
L’Italicum non piace al Cavaliere che tira dritto e manda a dire a Renzi che i “patti si rispettano”. Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi ha dichiarato: “Noi stiamo ai fatti e ai patti: Renzi aveva detto che la legge elettorale sarebbe stata la sua prima riforma già nel mese di febbraio. Febbraio è finito, siamo al 4 di marzo. A questo punto, la riforma così come è stata sottoscritta deve essere approvata. E subito, senza ulteriori tentennamenti. Piccoli correttivi sono possibili, ma certo non provvedimenti che snaturino il senso dell’accordo siglato da Berlusconi e Renzi”.
Renzi quindi è stretto fra il Nuovo Centro Destra, indispensabile per tenere in piedi il Governo e Forza Italia, forte dell’accordo che lo stesso premier aveva trovato con Berlusconi. Si tratta freneticamente, ma Renzi è convinto di “portare a casa la Riforma Elettorale” e giura che “sarà una vera rivoluzione”.
Antonio Curci