I terroristi veneti vogliono assaltare con un rudimentale carrarmato piazza S.Marco, vengono arrestati e il tutto si risolverà nel solito dimenticatoio. Sono anni che assistiamo inermi all’esaltazione della Regione, del “particulare” direbbe Macchiavelli , del concetto che il potere di vicinanza sia migliore, più efficiente, scevro da interessi più grandi. Le Regioni sono assurte a Moloch con politiche di scarsi investimenti, di spesa a pioggia e con risultati in termine di progresso delle comunità scadenti. Gli scandali fioccano dalla Lombardia nella sanità, le spese pazze nel Piemonte e Toscana, lo scandaloso deficit finanziario di Campania e Sicilia, il regresso, l’iposviluppo con situazioni drammatiche della Calabria.
Non ne parliamo poi in tema di sanità con venti sistemi di assistenza diversi quanto sono le Regioni con eccellenze in Veneto e Lombardia e la Calabria che ha il massimo coefficiente di malati che si trasferiscono altrove per curarsi. Non ne parliamo di formazione professionale, altro bubbone dove si forma poco e s’incassa molto se sei loro amico e fioccano inchieste.
Il quadro è desolante soprattutto per l’assenza di uno Stato di tutti e per tutti che elevi allo stesso standard per ogni ITALIANO il livello dei servizi.
Ecco allora che il sentimento di appartenenza ad una nazione è assente e le aberrazioni, gli egoismi, l’ignoranza arma le menti di omini ora trascurati, derisi, domani forse più pericolosi. La rivalsa di ognuno potrebbe essere legittimata perchè anche le Regioni del sud avrebbero da esporre giuste rivendicazioni.
Tornare al concetto di uno Stato unitario? La mia umile opinione è per il sì. Abolizione delle Regioni? Sì . Per i motivi suddetti. Conservazione del Senato come è ora e non assemblea delle autonomie per rinforzare la disgregazione in atto, il mancato sviluppo e i deficit di bilancio grazie a centri di spesa fuori controllo. Si sciolgono le Province con enti similari con le aree metropolitane giustificando ciò con motivi di coordinamento nei servizi e poi scopriamo che si approntano dei meri e mega organismi burocratici.
Lo spirito dell’Italia che fu, che non dubitava sul concetto unitario, rivive solo su percorsi di riconoscimento che passa necessariamente da una nuova era di studio, di apprendimento delle comuni radici improvvidamente accantonate. E la scuola, un servizio civile per tutti darà un decisivo contributo nella ricerca e ritrovamento di ciò che ci hanno fatto perdere i fautori del pensiero localistico.
Leonardo Damiani