A Hierapolis nell’antica Frigia, le cui rovine corrispondono all’odierna Pamukkale, nella Turchia sud-occidentale, è stata scoperta la porta che, secondo gli scritti antichi, conduceva alla “porta infernale”. Il capo della spedizione archeologica è Francesco D’Adria. Erano iniziati nel lontano 1957 i lavori italiani, sotto la guida del prof. Paolo Verzone del Politecnico di Torino. Il prof. D’Adria dell’Università del Salento, sarebbe giunto alla mitica porta Ploutonium (dedicata all’omonimo dio degli inferi), ampiamente trattata nella letteratura classica, grazie agli scritti di Cicerone e del geografo Strabone che avrebbero dato le indicazioni per seguire una sorgente vulcanica. Secondo le credenze del tempo, la bocca di una grotta avrebbe condotto agli inferi e dinanzi alla porta venivano sacrificati tori, in onore al dio degli inferi, che sarebbero morti asfissiati per un gas mefitico proveniente dalla porta Ploutonium. Il team italiano è stato incuriosito dalla presenza di cadaveri di uccelli nei pressi delle rovine ricordando i racconti dell’antichità che rievocavano scene macabre del genere. Ma di sicuro la località, famosa già all’epoca, era meta di pellegrinaggio e oggi assieme a Pamukkale è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. L’equipe dei ricercatori è sostenuta dall’Ambasciata d’Italia ad Ankara nella persona di Giampaolo Scarante, Ambasciatore italiano in Turchia, e coordinata da Maria Luisa Scolari, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura. Un’altra eccellenza tutta italiana e pugliese porta risoltati soddisfacenti.
Giuseppina Raco